Storie

Svolta President*, Anna Finocchiaro

30 anni di esperienza politica alle spalle (e quel giorno in cui un ritardo le fece incontrare Falcone)
Tempo di lettura 2 min lettura
12 gennaio 2022 Aggiornato alle 20:00

Metà degli anni ’80, Caltanissetta: Anna Finocchiaro, che nelle interviste non fa mistero della sua difficoltà ad alzarsi la mattina, è in ritardo per il convegno che si terrà quel giorno su “Mafia, partiti politici e Pubblica amministrazione”. Mentre corre per le scale trafelata, incontra Giovanni Falcone, uno dei relatori. Gli chiede un passaggio. Lui, accompagnato dalla scorta, risponde in dialetto: “Picciridda, attrovati nautru sistama” (Picciridda, trovati un altro sistema, ndr). Sa già, probabilmente, che viaggiare in macchina con lui può essere pericoloso.

Quando anni dopo la Finocchiaro apprende la notizia della morte del PM, si reca in Parlamento. I giornali scrivono: “Anna Finocchiaro, avvolta dal nero, è l’immagine del lutto”. Ed è vero: per un attimo crede, teme che le istituzioni democratiche abbiano perso contro la mafia. “È tutto finito, Massimo. È tutto finito” dice a D’Alema.

Oltre 30 anni di politica alle spalle, Anna Finocchiaro dapprima lavora come sostituto procuratore e poi, dopo l’iniziazione politica, come consigliera comunale a Catania: è un periodo di duro lavoro con consigli comunali fino all’alba e le bambine piccole comunque da accudire. Alle elezioni politiche del 1987 viene eletta alla Camera dei Deputati, nelle liste del Partito Comunista Italiano, poi nelle legislature successive in quelle dei Democratici di Sinistra.

Dopo la vittoria de L’Ulivo alle elezioni politiche del 1996, nel primo governo Prodi, viene nominata Ministra per le Pari Opportunità: è la prima donna a ricevere quest’incarico. “Anna, sei ministro. Devi venire a Roma” le comunica Walter Veltroni al telefono. Nel 2006, concluso il settennato di Ciampi, qualcuno avanza l’ipotesi di Anna Finocchiaro come Presidente della Repubblica, ma i tempi non sono ancora maturi.

Conclude la sua esperienza politica come Ministra per i Rapporti con il Parlamento nel governo Gentiloni. La legislatura è quasi finita, e le varie fazioni politiche il quel periodo di forti scontri sono ai ferri corti: “Anna”, le dice una volta il premier, “siamo come i pianisti di un saloon del vecchio West: dobbiamo suonare anche se attorno a noi tutti sparano”.