Diritti

Gli ucraini hanno vinto il Premio Sacharov 2022

Il massimo riconoscimento assegnato dal Parlamento europeo per la libertà di pensiero verrà consegnato il 14 dicembre a Strasburgo
Zelens'kyj onora i soldati per il servizio prestato in guerra, il 14 ottobre 2022
Zelens'kyj onora i soldati per il servizio prestato in guerra, il 14 ottobre 2022 Credit: The Presidential Office of Ukraine via SVEN SIMON Fotoagentur GmbH & Co.
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
20 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:30

Il Premio Sacharov 2022 è stato assegnato al popolo ucraino, rappresentato dal suo presidente, dai leader eletti e dalla sua società civile: «Stanno difendendo ciò in cui credono. Combattendo per i nostri valori. Tutelando la democrazia, la libertà e lo stato di diritto. Rischiando la vita per noi», ha detto la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola davanti alla platea degli eurodeputati a Strasburgo.

Sul suo profilo Twitter, in cui compare in alto una foto ricordo della visita risalente ad aprile al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Metsola si è congratulata con il “coraggioso” popolo ucraino, premiato perché “nessuno è più meritevole”. Zelensky ha ringraziato il Parlamento europeo, sottolineando l’importanza del supporto delle nazioni europee all’Ucraina: “Gli ucraini dimostrano ogni giorno dedizione ai valori della libertà, della democrazia sul campo di battaglia contro lo stato terrorista della Federazione Russa”.

Il Premio Sacharov, che verrà consegnato il 14 dicembre a Strasburgo, è il massimo riconoscimento assegnato dal Parlamento europeo per la libertà di pensiero. Ogni anno, dal 1988, onora individui e organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà, con un montepremi di € 50.000. È intitolato al fisico e dissidente politico sovietico Andrei Sakharov, vincitore del premio Nobel per la pace nel 1975. È la seconda volta che i legislatori europei utilizzano questo riconoscimento per inviare un messaggio al Cremlino: l’hanno scorso era stato consegnato al leader dell’opposizione russa Alexei Navalny.

Roberta Metsola, che ha decretato i vincitori insieme ai leader dei gruppi politici del Parlamento europeo, ha dedicato il riconoscimento «agli ucraini che combattono sul campo», a quelli «che sono stati costretti a fuggire, che hanno perso parenti e amici, che si alzano e combattono per ciò in cui credono. So che il coraggioso popolo ucraino non si arrenderà, e non lo faremo nemmeno noi».

Oltre al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il riconoscimento vuole premiare anche gli sforzi di alcuni rappresentanti della società civile e di istituzioni statali e pubbliche. Tra questi, i servizi di emergenza statali dell’Ucraina, la fondatrice dell’unità medica di evacuazione Angels of Taira Yulia Pajevska, l’avvocata per i diritti umani e presidente dell’organizzazione Center for Civil Liberties Oleksandra Matviychuk, il Movimento di Resistenza Civile Yellow Ribbon e Ivan Fedorov, sindaco della città di Melitopol, nella regione meridionale di Zaporizhia, attualmente sotto occupazione russa.

Questa zona, insieme alle regioni di Donetsk, Luhansk e Kherson, che costituiscono il 15% del territorio ucraino, è stata annessa illegalmente alla Russia in seguito ai referendum che si sono svolti a settembre, considerati illegittimi dall’Ucraina e dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale. I risultati del voto popolare, resi noti dalla Russia, hanno decretato la vittoria schiacciante dell’annessione alla Federazione russa delle 4 regioni dell’Ucraina parzialmente occupate dall’esercito russo e dalle forze separatiste filorusse. Nelle scorse ore il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone la legge marziale in questi territori, oltre a conferire ulteriore potere alle autorità nelle regioni di confine russe.

Che cosa impone la legge marziale? Secondo la legge russa, rafforza i poteri dell’esercito e delle forze dell’ordine, consentendo ai militari di imporre il coprifuoco, limitare la libertà di movimento, sequestrare beni civili, monitorare le comunicazioni e ordinare ai cittadini di ricostruire le città distrutte. Poiché la Russia non controlla interamente le quattro regioni in questione, però, non è chiaro se sarà in grado di attuare efficacemente le disposizioni.

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