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Ucraina: la guerra diventa mondiale?

Biden frena sulla possibilità di incontrare Putin, mentre continuano gli attacchi sui civili e l’Ue sembra pronta a rafforzare la sua presenza militare. Domani l’incontro del Cremlino col presidente turco Erdoğan
Un ufficiale dell'U.S. Marine Corps alla Casa Bianca, Washington
Un ufficiale dell'U.S. Marine Corps alla Casa Bianca, Washington Credit: Ting Shen / Pool via CNP
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 ottobre 2022 Aggiornato alle 18:00

«Dipende». È la risposta di Joe Biden allo spiraglio aperto dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov – in seguito smentito dallo stesso portavoce del Cremlino Dmitri Peskov – in merito a un possibile incontro con Vladimir Putin al G20 di metà novembre in Indonesia. «Se venisse da me al G20 e mi dicesse: “Voglio parlare del rilascio di Brittney Griner”, allora lo incontrerei».

«Non ho intenzione di negoziare con la Russia, e nessuno è pronto a farlo, sul mantenimento di parte dell’Ucraina. Quindi dipenderebbe in modo specifico da cosa vuole discutere», ha spiegato il presidente degli Stati Uniti in un’intervista rilasciata alla Cnn.

Ieri, intanto, il presidente russo ha incontrato il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan per discutere in particolare dell’Opec+. Il 5 ottobre, infatti, il cartello che comprende i 13 membri originari dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio più altri Paesi come la Russia ha stabilito che a partire da novembre ridurrà la produzione di greggio di 2 milioni di barili al giorno.

Diversi analisti, inclusi quelli della Casa Bianca, hanno ritenuto la mossa un regalo a Mosca a poche ore dalla decisione di Bruxelles di fissare un tetto al prezzo del petrolio all’interno dell’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia. «La Federazione Russa e gli Emirati Arabi Uniti stanno lavorando attivamente nell’ambito dell’Opec+, le decisioni dei Paesi dell’associazione non sono dirette contro nessuno», ci ha tenuto a precisare Putin.

Al Nahyan ha confermato la disponibilità a mediare per trovare “soluzioni politiche efficaci” al conflitto, ma l’incontro dimostra che ha tutto l’interesse a stare dalla parte di Mosca. Gli Emirati Arabi Uniti furono uno dei 3 Paesi, insieme a India e Cina, ad astenersi sulla risoluzione Onu in seguito all’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.

Situazione simile a quella in cui si trova il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che Putin dovrebbe incontrare domani ad Astana, in Kazakistan. Nel corso dei precedenti tre incontri, la Turchia ha portato avanti il suo piano di pace, proposto a Zelensky uno scambio di prigionieri con la Russia e ottenuto d’intesa con le Nazioni Unite un accordo per sbloccare l’esportazione del grano insieme.

Ankara ha tuttavia respinto le sanzioni inflitte alla Russia, alle quale è legata anche da scambi commerciali in crescita. Nel trimestre aprile-giugno 2022 la merce proveniente da Mosca ha rappresentato il 17% delle importazioni turche contro il 10% relativo allo stesso periodo dell’anno precedente. È come se la Turchia comprasse dalla Russia il biglietto della partita in cui tifa Ucraina.

Il ministro degli Esteri turco Mevlüt Cavusoglu ha chiesto il cessate il fuoco immediato in seguito all’escalation che ieri ha portato alla convocazione straordinaria del G7, il quale ha ribadito il sostegno all’Ucraina «per tutto il tempo necessario».

Dal canto suo Zelensky ha chiesto aiuti per rafforzare lo “scudo aereo” intorno all’Ucraina, e secondo quanto riportato da Der Spiegel la Germania avrebbe consegnato all’Ucraina il primo dei quattro sistemi missilistici antiaerei promessi.

Continuano intanto gli attacchi indiscriminati di Mosca, che nelle ultime ore hanno lasciato una parte della città di Leopoli senza elettricità. Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha definito la guerra condotta dalla Russia un “genocidio”.

Secondo quanto riferito all’Ansa da una “fonte qualificata”, l’Unione Europea starebbe definendo i dettagli per l’addestramento di circa 15.000 militari ucraini. «Il quartier generale della missione sarà a Bruxelles – spiega l’agenzia – ma ci saranno due campi di addestramento distinti sul terreno, uno in Polonia e uno in un altro Stato membro ancora da definire».

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