Walk the walk in 22 passi verdi
Gli inglesi dicono - “walk the walk”- e lo sapete, significa “percorri il percorso”. Ecco, noi abbiamo appena iniziato. Nello scorso biennio 2020-21 è stata definita la strada della decarbonizzazione e della transizione ecologica. Il 37% dei fondi del PNNR è stato dedicato al clima, ai trasporti all’edilizia. È stato creato un Ministero della Transizione Ecologica, un Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, è stato rafforzato il Green Deal Europeo e abbiamo applaudito il Patto di Glasgow sul clima. Tante decisioni di indirizzo ma ancora lungo percorso da intraprendere, con almeno due traguardi ideali. Il 2030 – anno di conclusione degli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU e della decade di azione per fermare la crisi climatica e ambientale – e il 2050, anno della neutralità climatica e di una necessaria dismissione dei combustibili fossili e piena realizzazione di un’economia circolare.
Ho provato a delineare le 22 azioni fondamentali che l’Italia dovrebbe avanzare lungo questo percorso per darsi carico di un pianeta più sano, inclusivo e sostenibile.
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Dichiarare l’emergenza climatica nazionale dal 2022 al 2030.
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Rivedere e rafforzare gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 entro la fine del 2022, per recepire i nuovi target climatici europei e aggiornare quelli adottati in Italia con il Piano nazionale per l’energia e il clima.
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Studiare una strategia nazionale per la biodiversità al 2030 con inclusione della gestione del capitale naturale in tutte le policy
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Sopperire alla povertà energetica con sostengo all’efficientamento delle case dei più deboli.
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Mantenere la promessa del ministro Cingolani: ridurre gradualmente i sussidi alle fonti fossili entro la fine 2022
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Inserire nel testo della Costituzione il tema della tutela ambientale e protezione del capitale naturale. Lo attendiamo da tempo.
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Realizzare una strategia e Piano nazionale di economia circolare e rifiuti, con una task force sui processi di end-of-waste. Una soluzione per dare un vantaggio strategico all’industria italiana, alle prese con la scarsità di materie prime.
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Rivedere il quadro giuridico per un uso efficiente delle risorse idriche. L’acqua è un bene pubblico e un diritto per tutti
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Rivedere i piani regionali sulla qualità dell’aria con procedure speciali per la pianura padana (dove c’è l’aria peggiore d’Europa)
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Semplificare le procedure autorizzative per le energie rinnovabili e mobilità pubblica. Serve un tavolo per gestire la sindrome del no a impianti eolici e fotovoltaici.
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Rivedere e stabilizzare lo schema del bonus del 110%, con maggiore attenzione a materiali sostenibili ed efficienza energetica
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Realizzare una legge sul consumo di suolo e priorità di recupero degli edifici esistenti
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Sostenere le politiche di agricoltura rigenerativa, biologica e biodinamica
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Rafforzare i parchi nazionali e regionali, e creare nuovi “santuari” marini
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Supportare lo sforzo di polizia sui reati ambientali (34.867 lo scorso anno quelli individuati)
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Stop alle concessioni demaniali dal 2024 sulle spiagge.
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Prevedere un fondo per la formazione ai lavori verdi, con priorità ai lavoratori dei settori più colpiti dalla transizione ecologica.
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Recepire le idee del new European Bauhaus per sostenere la cultura ecologista
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Dare priorità all’ambiente, ecoturismo e mobilità sostenibile nel piano strategico del turismo italiano 2023-2028
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Immaginare un piano nazionale di educazione ambientale nelle scuole e università, negli uffici pubblici e nel settore privato
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Candidare Roma all’Expo 2030 sul tema Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SGDs), sperando che possa trasformare il lungo declino capitolino
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Potenziare il green procurement (acquisti verdi) nel pubblico e nella grande distribuzione organizzata