I figli costano tanto, e lo Stato deve aiutare di più

Buon Natale a tutti, belli e brutti. Buon Natale a chi è in pensione - nel Belpaese, 1 persona su 3 nel 2021, e a tendere 2 su 3 nel 2040 -. Buon Natale a chi ha avuto la fortuna di figliare in passato e raccogliere oggi la propria grande famiglia intorno a una tavola imbandita. Ma Buon Natale anche alle coppie lavoratrici di oggi che si son potute permettere soltanto figli unici (per la precisione, in media, 1 bimbo virgola 3 ciascuna). E infine buon Natale a chi vorrebbe far figli ma festeggia “soltanto” la nascita di Gesù bambino, perché un bimbo proprio non è economicamente sostenibile e non si può fare.

Buon Natale al Governo, che ha annunciato la buona novella appena prima di Natale: “il Family Act prevede un assegno unico per ciascun bambino che c’è e che arriverà” con l’obiettivo di invertire la rotta della denatalità. Leggo l’articolo di una giornalista molto precisa del Corriere, Rita Querzé, e capisco che riceveranno, questi nuovi nati, 175 euro al mese. Solo se entrambi i genitori tra proprietà e redditi guadagnano 15mila euro l’anno. No, non è uno scherzo. Un numero che non vale per papà o mamma, ma per entrambi. Insieme. Si tratta di 1250 euro al mese (lo ricordiamo, lo stipendio medio di una neo-assunzione) diviso due.

Quindi, i nuovi bambini italiani che lo Stato desidera aiutare dovranno avere o due genitori quasi totali evasori fiscali, o due genitori che guadagnano 600 euro ciascuno al mese, oppure due genitori di cui uno lavora, e l’altro no. Se l’Isee si alza, però, appena di un poco, in modo che i genitori abbiano un reddito - insieme - di 3300 euro mese (pari a 40mila euro anno) questi 175 euro di dote per il figlio dagli 0 ai 18 anni si abbassano a 50 euro.

Uno studio di Federconsumatori ha calcolato che ogni figlio costa, in circa 18 anni di vita, circa 173mila euro. Più o meno 800 euro al mese.

Solo i commercialisti riescono a interpretare il complesso sistema presentato per incentivare le nascite dei bimbi che tanto ci mancano. Quello che capisce una giornalista che studia è che 613mila famiglie, con questo intervento, avranno aiuti minori rispetto a quelli già in atto. Ci perderanno.