Futuro

Ragazze nel Tech: le università si confrontano

Per il Girls in ICT Day, Coding Girls ha organizzato un evento live che coinvolgerà 10 atenei italiani per incentivare le giovani donne a optare per percorsi professionali STEM
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 aprile 2022 Aggiornato alle 07:00

Non è una novità. Le donne continuano a essere sottorappresentate nelle professioni emergenti. Teoremi, leggi della fisica e funzioni algebriche non sembrano essere il loro forte. Eppure, non è proprio così.

Oggi, in occasione del Girls in ICT Day, si svolgeranno una serie di attività dedicate al tema. A organizzarle per la giornata promossa dall’International Telecommunication Union (ITU), Coding Girls della Fondazione Mondo Digitale.

L’evento di apertura, moderato da Alma Grandin, giornalista del TG1 Rai e con l’intervento di Roberta Cocco, consulente del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, si terrà online a partire dalle 10.30 e vedrà la partecipazione da remoto di ben 10 atenei nelle principali città italiane (tra cui Roma, Milano, Torino e Palermo): l’edizione dell’anno scorso ha coinvolto oltre 15.000 studentesse in 47 città diverse e 32 partner accademici.

Non se ne parla mai abbastanza. Secondo il report di AlmaLaurea, nell’anno accademico 2018/2019, anche se ci sono più donne che uomini iscritti all’università, il 58,7% preferisce corsi di studio umanistici. Appena il 18% delle ragazze, invece, intraprende corsi STEM (acronimo inglese per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Sebbene le poche donne iscritte a facoltà scientifiche concludano il percorso con votazioni più alte (una media di 103,7 contro il 101,9 degli uomini) e in corso, non ottengono comunque gli stessi risultati nel mondo del lavoro.

Dai dati rilevati dall’Osservatorio Talents Venture e da Assolombarda, infatti, emerge che a un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nelle materie STEM è già più elevato di quello femminile, il 91,8% contro l’89%. Un distacco che è destinato ad aumentare.

Secondo AlmaLaurea, questa forbice si allarga intorno ai 5 anni dal conseguimento del titolo: le donne occupate scendono all’84% contro uno stabile 91% degli uomini: il divario naturalmente si riflette anche sul piano remunerativo. Le donne laureate in queste materie ricevono circa 300 euro mensili in meno della controparte maschile.

L’obiettivo di Coding Girls è quello di incentivare le ragazze e le giovani donne a optare per percorsi professionali nel settore delle tecnologie. In base alle stime dell’organizzazione, nel cloud computing, solo il 12% dei professionisti è donna. Nei ruoli legati all’ingegneria, come analisi dei dati e intelligenza artificiale, i numeri sono rispettivamente del 15% e del 26%.

“Accesso e sicurezza”, ecco il tema scelto per quest’edizione dell’evento: 2 parole chiave quando si parla di donne e materie STEM. Il senso, infatti, è proprio quello, da una parte, di rimuovere gli ostacoli che ancora oggi le ragazze devono fronteggiare e dall’altra, di incrementare la loro sicurezza nell’ambiente digitale. Si tratta, infatti, di incontri di orientamento e sessioni di role modeling rivolti alle studentesse degli istituti superiori, che si propongono di esplorare gli scenari lavorativi offerti dalle nuove tecnologie e incentivarle a lanciarsi in carriere scientifiche.

Perché le donne evitano percorsi STEM? Ovviamente risalire alla matrice non è semplice e sicuramente vi contribuiscono una pluralità di fattori: individuali, sociali e familiari.

I pregiudizi esterni e gli stereotipi sulle predisposizioni considerate più tipicamente femminili, negli anni della crescita e della scoperta dei propri interessi e delle proprie abilità, possono minare profondamente l’autostima di qualsiasi ragazza. Questa percezione sociale, e talvolta persino familiare, crea una sorta di barriera psicologica per le donne, che fin da bambine tendono a sentirsi inferiori ai maschi nelle materie scientifiche. Sensazione che a volte sembra persino confermata dagli stereotipi di genere nel corpo docenti. La mancanza di modelli di riferimento nella propria vita o nell’immaginario collettivo fa sì che molte ragazze si immedesimino con fatica in ruoli di questo tipo.

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