Bambini

Quasi quasi cambio cognome al bebè

In Inghilterra si cominciano a sperimentare soluzioni creative al nome trasmesso in linea paterna. C’è chi sceglie il doppio cognome, chi opta per una crasi tra i due e chi ne preferisce uno nuovo
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23 aprile 2022 Aggiornato alle 20:00

Se fino a qualche anno fa era piuttosto scontato per i genitori dare il cognome del padre al bambino, oggi lo è sempre meno. Soprattutto all’estero, nascono soluzione creative.

Secondo un articolo della BBC, il 96% delle coppie eterosessuali negli Stati Uniti dà ancora il nome del padre, mentre nel Regno Unito si scende al 90%. Il problema però comincia a porsi all’attenzione dell’opinione pubblica.

La professoressa di Sociolinguistica e studi sul genere e sulle donne all’Università del Maryland Christine Mallinson, che si è occupata spesso della convenzione dei cognomi patrilineari, ha spiegato all’Atlantic che per analizzare il fenomeno occorre partire da una prassi per certi aspetti simile: quella che fa sì che la donna assuma il cognome del marito.

Nel 1975 la quota di donne che mantenevano il proprio cognome dopo il matrimonio era appena del 3%, nel 2005 si aggirava intorno al 20%. Eppure, anche tra le coppie eterosessuali in cui ciascun partner conserva il proprio nome, i figli continuano a ereditare il cognome dal padre.

Secondo la professoressa Mallinson c’è una sorta di inerzia o di automatismo di fronte a una prassi consolidata nei secoli: «Per molte coppie è un fatto ancora automatico» e la burocrazia d’altronde non aiuta.

Lo scienziato comportamentale Matt Wallert la pensa allo stesso modo e parla di “impostazioni predefinite”. «Dubito che per ogni bambino con il cognome del padre ci sia stata un’attenta riflessione dei genitori al riguardo: molto probabilmente hanno optato per la strada già tracciata», ha detto alla BBC.

I dati sino a ora menzionati fanno riferimento solo alle coppie eterosessuali. Nel 2016, i ricercatori Charlotte J. Patterson e Rachel H. Farr hanno confrontato le decisioni adottate da coppie di sesso opposto e coppie dello stesso sesso che avevano adottato un bambino, scoprendo che il 52% delle coppie adottive dello stesso sesso sceglieva di dare ai propri figli entrambi i cognomi.

Mentre i genitori eterosessuali tendevano a mantenere la regola del cognome paterno senza troppe spiegazioni, i genitori dello stesso sesso tenevano particolarmente all’idea di tramandare i nomi di entrambi e spendevano molto più tempo a spiegare le motivazioni della decisione.

La prassi del cognome maschile non è diffusa ovunque. In molti Paesi di lingua spagnola (Spagna, Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica) i bambini in genere ricevono il cognome di entrambi i genitori: quando 2 persone con doppio cognome hanno un figlio, ciascuno di loro trasmette il primo cognome al piccolo.

In Islanda, invece, non esistendo cognomi di famiglia, al neonato si attribuisce un cognome che si compone del nome di uno dei genitori: per esempio il figlio di Helga potrebbe chiamarsi “Helguson”.

Ma, laddove il cognome in linea paterna è ancora la scelta preponderante, non mancano esempi diversi: c’è chi opta per una combinazione di sillabe estrapolate dai cognomi delle 2 famiglie o chi preferisce inventare un nome ex novo.

Nerea Safari, 38 anni, ha raccontato alla BBC che dopo aver dato al suo primogenito il cognome del padre, alla seconda figlia ha scelto di dare 2 nomi di persona che le piacevano particolarmente, uno come nome proprio, l’altro come cognome.

Ha dato come cognome ‘Kimani’, una parola di origini keniote che significa “guerriero”, per onorare la sua storia familiare. Certo, la piccola avrà un cognome diverso da tutto il resto della famiglia, ma secondo la madre questo contribuirà a farle sviluppare un forte senso di identità.

Una scossa forte alle istanze di rinnovamento in merito sarà data probabilmente dai nuclei familiari non tradizionali, per i quali non sussiste di base una prassi convenzionale da seguire, e dall’aumento delle relazioni interculturali, che giocheranno un ruolo chiave nel cambiare le scelte sui cognomi da tramandare.

Mentre alcuni genitori scelgono di conservare le tradizioni attraverso i nomi, altri prendono una strada diversa, optando per una versione del cognome più vicina per fonetica a un determinato Paese o completamente diversa.

Di certo, oggi il nome di una persona racchiude in sé l’identità di un individuo: al cognome viene ancora affidato il compito di metterlo in connessione con un gruppo (la famiglia), di generare un legame e un senso di appartenenza che dovrebbero durare per tutta la vita.

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