Futuro

Saturno perderà i suoi anelli

Entro 300 milioni di anni le fasce di materia che circondano il pianeta si dissolveranno per effetto del campo magnetico e della forza di gravità. Lo ha confermato la sonda Cassini, spedita nel 2019 dalla Nasa a studiare proprio l’effetto “ring rain”
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
30 marzo 2022 Aggiornato alle 19:00

Tra Giove e Urano si colloca, con i suoi leggendari anelli – che gli sono valsi il soprannome letterario di Signore degli anelli, ispirato alla celebre saga tolkeniana – il pianeta Saturno. È una massa perlopiù gassosa (95% idrogeno, 3% ossigeno), inospitale, flagellata da venti fortissimi e con temperature gelide che toccano i -186 °C, ma ciò che lo rende il pianeta più affascinante del Sistema Solare sono proprio i frammenti di polvere, ghiaccio e rocce, disposti in fasce circolari che lo cingono in tutto il suo diametro.

Il primo ad accorgersi di quest’insolita caratteristica fu, nel 1610, Galileo Galilei. Nell’osservare il pianeta, notò alcuni singolari rigonfiamenti laterali e secondo le fonti li definì “le orecchie di Saturno”.

Oggi sappiamo che si tratta di piccolissimi satelliti che possono avere le dimensioni di una pallina da tennis o arrivare a 1 km di diametro. Tra i vari corpi celesti attorno a Saturno, anche 18 lune, tra cui la più grande, battezzata col nome di Titano, supera addirittura le dimensioni di Mercurio.

Purtroppo, una triste notizia per i fan del pianeta inanellato: Saturno è destinato a perdere i suoi anelli.

Ogni anno, le fasce di materia che lo circondano si assottigliano gradualmente. Radiazioni solari e meteore interferiscono con le particelle che tendono a spostarsi a spirale in base al campo magnetico del pianeta, e una volta raggiunta l’atmosfera di Saturno, vengono risucchiate verso il basso dalla forza di gravità.

Nel 2019, la sonda Cassini, spedita dalla Nasa a osservare il fenomeno della cosiddetta “ring rain” - le precipitazioni di materiale all’altezza dell’equatore del pianeta - ha confermato le stime basate sugli scatti e i rilevamenti delle due sonde Voyager negli anni ‘80.

Entro 300 milioni di anni, il sistema di anelli si dissolverà completamente. Artefici del profondo mutamento nella fisionomia del pianeta saranno principalmente il campo gravitazionale e quello magnetico. “Questo significa che stiamo ammirando gli anelli di Saturno nel loro periodo di massimo splendore”, ha detto all’Atlantic, James O’Donoghue, scienziato della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. “Uno spettacolo magnifico che, dal nostro punto di vista, sembra immutabile, ma che nella prospettiva dell’Universo, è fugace”.

Dalle immagini ravvicinate, infatti, è emerso che il sistema di anelli è molto più rarefatto del previsto, per lo più composto da pulviscolo e particelle di ghiaccio e roccia che non superano le dimensioni di un granello di sale. Particolare che ha portato gli scienziati a ipotizzare che la formazione della struttura circolare sia molto più recente di quanto immaginato.

Si pensava infatti che le cintura di satelliti e frammenti di materia attorno a Saturno fosse nata assieme al resto del Sistema Solare. Invece, sembrerebbe collocarsi tra i 10 e i 100 milioni di anni fa.

Il mistero non riguarda solo la datazione, ma anche le modalità. La comunità scientifica, infatti, non è concorde sul punto. Sarebbero 2 le teorie avanzate: potrebbe essere il prodotto di un satellite del pianeta distrutto dalla collisione con una cometa o con un altro corpo celeste, oppure un avanzo di materia che non è riuscito ad assemblarsi con il resto, all’epoca in cui si formò Saturno (4,5 miliardi di anni fa). Questo secondo scenario, però, non coinciderebbe con la datazione ipotizzata grazie alle fotografie delle sonde.

Pur non avendo alcuna ricaduta nella nostra quotidianità, scoprire che l’aspetto di Saturno non sarà sempre lo stesso, che un astro ai nostri occhi antichissimo e quasi eterno attraverserà dei cambiamenti e morirà, infonde un po’ di tristezza. Forse un giorno, quando gli anelli di Saturno saranno scomparsi, potrebbe generarsi un fenomeno simile, un fascio di anelli attorno a un altro pianeta. I nostri posteri, forse, lo scopriranno.

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