Ambiente

Pannelli mangia-smog e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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22 aprile 2024 Aggiornato alle 14:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

CityTree

I CityTree sono dei pannelli, noti anche come “pannelli mangia-smog”, progettati per essere una soluzione di arredo urbano green e sostenibile, in grado di abbassare i livelli di inquinamento atmosferico nelle aree urbane particolarmente inquinate e abbattere i livelli di polveri sottili in maniera importante: si tratta, infatti, di pannelli dotati di filtri biotecnologici, piante vive e muschio in grado di catturare anidride carbonica e produrre aria pulita.

Ogni pannello CityTree misura 3 metri in lunghezza, 4 metri in altezza e 60 centimetri in profondità, ed è rivestito con una varietà di muschio capace di assorbire fino a 240 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di 275 alberi. Nella modalità di filtraggio, il dispositivo è addirittura in grado di garantire una riduzione fino al 15% del Pm10.

I pannelli, inoltre, sono dotati di un sistema di irrigazione completamente automatizzato, che sfrutta l’acqua piovana e monitora la temperatura e l’umidità per garantire la massima efficienza delle piante, riducendo al contempo il consumo d’acqua.

CityTree può essere installato in strade e piazze dove non siano presenti parchi o giardini, ma anche in infrastrutture che prevedono la presenza di molti utenti come scuole, centri commerciali o aeroporti. La sua efficacia è localizzata nella zona in prossimità del pannello, un’area grande circa 200 metri quadrati.

Smog Free Tower

Si tratta di un’invenzione dell’architetto Daan Roosegaarde ed è una torre alta 7 metri, larga 3,5 e dotata di filtri ionici, capaci di rimuovere le particelle di Pm 10, che riesce ad aspirare circa 30.000 metri cubi di aria ogni ora e, funzionando tramite l’energia eolica, non consuma quasi nulla.

La Smog Free Tower funziona utilizzando una tecnologia brevettata di ionizzazione positiva per produrre aria priva di smog negli spazi pubblici, consentendo alle persone di respirare e sperimentare aria pulita gratuitamente.

Il primo prototipo di Smog Free Tower è stato a Rotterdam. A ruota, la città di Pechino ha ordinato diverse torri per combattere le polveri sottili, seguita da Pyeong-chon Central Park, ad Anyang, in Sud Corea; Cracovia, in Polonia e altre città della Cina.

La torre di Pechino è l’unica che, al momento, produce anche un “souvenir” della sua azione antismog: ogni 1000 metri cubi di aria filtrata, la torre crea piccoli cubetti di smog racchiusi in una resina acrilica da incastonare in originali gioielli.

Infatti, un elettrodo rilascia ioni positivi che si legano alle particelle di carbonio, mentre un secondo contro-elettrodo, carico negativamente, cattura le particelle così formate e le immagazzina in un serbatoio. Queste vengono poi pressate per 30 minuti in modo da ottenere piccoli cubi di resina, che vengono a loro volta incastonati in anelli e bracciali, gli Smog Free Rings e Smog Free Cufflinks.

Fruitleather

Fruitleather è il frutto di 2 giovani designer olandesi della Willem de Kooning Academie, Koen Meerkerk e Hugo de Boon, che hanno creato una pelle vegana a partire dal riciclo degli scarti del mango.

Spesso, infatti, la frutta ammaccata o rovinata viene scartata dalla vendita: Fruitleather, invece, ha pensato a un modo per riciclarla ed evitarne lo spreco, trasformandola in pelle adatta soprattutto alla produzione di borse, scarpe e accessori di moda.

Fruitleather è composta al 100% da materiale organico: infatti, a differenza di altre alternative alla pelle di origine animale, il supporto che regge la spalmatura di mango è in cotone biologico certificato Gots e questo rende il materiale compostabile al 100%.

Inoltre, il tessuto vegetale simile alla pelle di mango è creato utilizzando solo materiali naturali, garantendo un minimo impatto ambientale e zero rischi tossici.

Come funziona il processo? Con la stessa tecnica che gli chef utilizzano per la preparazione di speciali “fogli” commestibili utilizzati per decorare i piatti.

I manghi originariamente destinati alla discarica, infatti, vengono raccolti, disossati, bolliti per eliminare i batteri e trasformati in una purea. Aggiungendo alcuni additivi naturali, il materiale ottenuto viene steso uniformemente e disidratato in fogli. Infine un rivestimento protettivo conferisce all’innovativo tessuto vegetale l’aspetto e la sensazione di un prodotto in pelle autentica.

Per la produzione possono essere utilizzati diverse varietà di mango e, a seconda della tipologia, cambierà il risultato in quanto quest’ultima determina la colorazione finale del materiale che può essere più o meno scuro o traslucido.

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