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Viaggi nello spazio: 3 documentari per capirci di più

In occasione della Giornata internazionale dei viaggi dell’essere umano nello spazio perché non rivivere alcune delle missioni più leggendarie, svolte per conoscere meglio l’Universo che ci circonda?
Credit: Mikhail Nilov

In occasione della Giornata internazionale dei viaggi dell’essere umano nello spazio, che si celebra il 12 aprile, data del primo volo nello spazio dell’astronauta Yari Gagarin, abbiamo scelto tre documentari che approfondiscono da più punti di vista questa tematica.

Ognuno di loro racconta dettagliatamente eventi diventati storici, evidenziandone gli obiettivi, le motivazioni e a volte le controversie.

Apollo - Ritorno sulla Luna, disponibile su Disney Plus (2019)

Suddiviso in due episodi, questo documentario raccoglie le immagini, i momenti e le interviste più significative del processo grazie a cui l’essere umano ha messo piede sulla Luna nel 1972 e del percorso intrapreso per arrivare fin lì, piuttosto breve a causa della competizione tra i due colossi protagonisti della Guerra Fredda: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Il conflitto era sia militare che scientifico e l’obiettivo principale degli Usa era battere l’Urss.

L’excursus storico parte dalla nascita del programma Apollo nel 1962, con il presidente americano John Fitzgerald Kennedy che, essendo stato assassinato, non vedrà mai il compimento di quanto sperava.

Tra videoregistrazioni e interviste vengono messi in risalto non solo i punti di forza del programma e i momenti emozionanti come il viaggio di Yari Gagarin, lo scatto della foto iconica “l’alba della Terra” dall’Apollo 8, la lettura della Genesi del comandante Frank Borman dallo spazio e la discesa sulla Luna di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, ma anche gli aspetti drammatici e critici.

Tra questi il lancio dell’Apollo 1 che vide tre vittime per la fretta di attuare l’operazione, gli effetti collaterali dei viaggi come il “mal di spazio”, difficile da gestire in un luogo ristretto con poche persone, e la collaborazione della Nasa con Von Braun, ingegnere nazista che aveva lavorato prima con Hitler.

Oltre la ricchezza di contenuti, il merito principale del documentario è di raccontare l’atterraggio sulla Luna come un’esperienza colma di umanità, seguendo le orme dello stesso Armstrong che con la sua famosa frase «un piccolo passo per l’essere umano, un grande passo per l’umanità» volle sottolineare come quell’impresa fosse rappresentativa di tutte le persone sulla Terra e non solo degli Stati Uniti d’America.

Challenger l’ultimo volo, disponibile su Netflix (2020)

La mini serie in quattro puntate di Daniel Junge e Steven Leckart racconta la drammatica esplosione della navicella spaziale Challenger e la conseguente morte dei sette passeggeri il 28 gennaio 1986, dopo 73 secondi di volo.

Attraverso una ricostruzione dettagliata dell’evento, possibile anche grazie alle interviste ad alcuni tra colore che erano coinvolti nell’operazione, i registi riescono a delineare un quadro completo di quanto accaduto e degli effetti collaterali subiti dai famigliari delle vittime.

Anche in questo caso, le cause principali della tragedia sembrano essere state la fretta e il bisogno di avere il sostegno del pubblico.

Un aspetto curioso della vicenda è che per la prima volta i partecipanti a una missione spaziale non erano astronauti, come sempre era accaduto in passato, ma persone comuni come Christa, insegnante e madre il cui obiettivo era di comunicare che, indipendentemente dal reddito o dal tipo di istruzione, sia realmente possibile per tutti viaggiare nello spazio.

Countdown: Inspiration4 Mission to Space, disponibile su Netflix (2021)

La serie in cinque episodi documenta il viaggio di quattro civili sulla navicella di Elon Musk in orbita intorno alla Terra all’altezza di circa 575 Km.

Lo scopo ufficiale della missione è stato raccogliere fondi per il St. Jude Hospital for Children ma tra gli obiettivi di Musk c’era anche quello di dare la percezione che chiunque possa andare nello spazio.

Tra i quattro protagonisti troviamo Hayley Arcenenaux, assistente proprio al St. Jude e sopravvissuta da piccola a un osteosarcoma e la dottoressa Sian Proctor, geologa, scienziata, esploratrice e specialista nelle comunicazioni.

Il documentario risulta interessante perché illustra i passi compiuti in ogni fase: dal reclutamento dei partecipanti alla preparazione alla missione, fino alla scelta dei cibi e all’allenamento necessario per rimanere sospesi in assenza di gravità.

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