Futuro

Non solo Neuralink: ecco chi impianta chip nel cervello

Precision Neuroscience ha creato un mini dispositivo di 12 cm, sottile quanto un capello, composto da 1.025 elettrodi. L’obiettivo dell’azienda è lanciare sul mercato una tecnologia capace di tradurre in azioni i segnali cerebrali delle persone con paralisi
Credit: Precisionneuro.io
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27 marzo 2024 Aggiornato alle 12:00

Immagina un chip, posizionato tra il cranio e il cuoio capelluto, che ha la capacità di collegarsi via wireless a un’app di intelligenza artificiale. Adesso immagina che questo dispositivo sia in grado di tradurre i segnali cerebrali in un codice informatico, aprendo le porte a una nuova era di interazione mente-macchina.

No, non è fantascienza: è il nuovo passo avanti (seppur sperimentale) compiuto nel campo delle interfacce cervello-computer. Protagonista di questa storia è Jefferey Keefer, 71 anni, che, durante un intervento chirurgico al cervello per alleviare i sintomi del morbo di Parkinson, ha accettato di partecipare a un esperimento.

Keefer si è infatti sottoposto a un impianto temporaneo di un dispositivo sperimentale che, un giorno, in futuro, potrebbe restituire l’indipendenza ai pazienti paralizzati.

Precision Neuroscience, fondata 3 anni fa, nel 2021, ha sviluppato questo chip lungo circa 12 centimetri e sottile quanto un capello umano, composto da 1.025 elettrodi che si conformano alla superficie del cervello. Gli elettrodi, che lavorano insieme a un’app di intelligenza artificiale, sono un ponte tra l’attività cerebrale e le azioni digitali, come per esempio il movimento del mouse.

Ovviamente è un dispositivo ancora in fase sperimentale, ma l’ambizione di Precision è lanciare il suo chip su mercato, offrendo così un supporto alle persone con patologie quali il morbo di Parkinson.

In quest’ottica, Benjamin Rapoport, co-fondatore di Precision, sottolinea l’urgenza di compiere un passo in questa direzione, citando i 400.000 pazienti che vivono con malattie paralizzanti: «Essere un cittadino del mondo, nel 2024, significa comunicare con i propri cari, guadagnarsi da vivere. La capacità di lavorare con un sistema digitale è indispensabile».

«Non vogliamo aspettare anni per questi progressi – dice Keefer – Se posso contribuire ad accelerare il processo e a diffondere le informazioni prima in modo che le persone possano trarne vantaggio, perché non farlo?»

Una strada ancora in salita

Il percorso verso la commercializzazione di queste tecnologie è segnato da molteplici sfide e rivoluzionarie scoperte scientifiche.

Neuralink, per esempio, fondata da Elon Musk, è una delle pioniere in questo campo e recentemente ha impiantato il suo primo chip in un paziente quadriplegico che, durante una dimostrazione, ha giocato a scacchi usando il pensiero.

Ma la strada verso il successo è disseminata di sfide. Precision e Neuralink, insieme ad altre aziende come Blackrock Neurotech e Synchron, stanno lottando per l’approvazione e l’adozione in campo medico delle loro tecnologie.

Con questo scopo, Precision sta conducendo studi clinici che potrebbero portare all’approvazione della Food and Drug Administration per il loro chip temporaneo. Più nello specifico, il piano dell’azienda è portare su mercato un dispositivo cablato da impiantare nel paziente per 30 giorni e utilizzarlo come strumento di mappatura del cervello ad alta risoluzione per guidare i neurochirurghi durante gli interventi. Ma questo sarebbe solo un primo passo per raggiungere l’obiettivo finale: un dispositivo permanente che restituisca l’indipendenza ai pazienti paralizzati.

L’azienda, nel complesso, sta lavorando per ottenere tutti i permessi necessari entro il 2028, offrendo una nuova speranza a coloro che affrontano le sfide della paralisi. E il futuro sembra promettente per coloro che attendono una nuova speranza attraverso la tecnologia.

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