Economia

Italia, rinnovabili: nel 2023 le imprese sono cresciute del 13,2%

Secondo il report Filiere del Futuro. Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia di Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group, oltre un terzo delle aziende che producono energia da fonti “pulite” si trova in Lombardia, Lazio e Campania
Credit: Ayşenur 
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26 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

In un mondo fortemente colpito dal cambiamento climatico e che necessita il prima possibile di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di anidride carbonica, notizie confortanti ci vengono fornite dal report Filiere del Futuro. Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, realizzato dalla Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group.

Il report si propone di analizzare le prospettive di sviluppo delle rinnovabili da qui al 2030 e le caratteristiche e la distribuzione settoriale e territoriale delle imprese attive e potenzialmente attive nelle filiere del fotovoltaico, eolico, idroelettrico, solare termico, geotermico e bioenergie nel nostro Paese. In più, fornisce anche una panoramica sulle rinnovabili dal punto di vista europeo.

Il fotovoltaico è sicuramente la fonte rinnovabile più diffusa. L’energia solare sarà la prima per capacità installata in Europa entro il 2025 e secondo l’Agenzia internazionale dell’energia genererà il 50% dell’elettricità a livello globale entro il 2050. Tra i vantaggi del fotovoltaico: semplicità, modularità e versatilità, con produzione e riciclo standardizzati, lunga durata e manutenzione minima.

Bene anche il comparto idroelettrico anche se, nell’ultimo anno, si è registrata una crescita rallentata dovuta, probabilmente, alla siccità e alla riassegnazione delle concessioni. Per quanto riguarda le biomasse, cioè i materiali di matrice organica, vegetale e animale destinati a usi energetici, il maggior produttore rimane invece la Germania, seguita dall’Italia e, in terza posizione, dalla Francia.

Il Belpaese, comunque, rimane tra gli Stati europei più avviati nel passaggio verso un’economia circolare, soprattutto per quanto riguarda il tasso di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti (oltre l’80% contro meno del 40% della media dell’Unione europea).

Secondo quanto emerge dal rapporto, nel 2023 le imprese attive o potenzialmente attive nella filiera delle energie rinnovabili ammontano a 37.655 unità, contro le 33.257 del 2022, evidenziando un aumento del 13,2% (+4.398 unità) in un solo anno. A registrare l’incremento più cospicuo sono state le imprese che si occupano di fotovoltaico, seguite dalle attività idroelettriche e, infine, quelle del comparto eolico.

Dal punto di vista dei settori delle varie attività, emerge una importante differenziazione. Le imprese di installazione e manutenzione rappresentano il 39,2%, quelle impegnate nella produzione di energia il 13,8%, quelle relative al commercio sono il 12,3%, la manifattura corrisponde al 9,6%, l’affitto e la gestione immobiliare il 6,4% e, infine, le attività di progettazione e collaudo rappresentano il 6,1%.

Inoltre, è opportuno sottolineare la distribuzione dal punto di vista geografico. Oltre un terzo delle imprese attive nel settore delle energie rinnovabili ha la sede legale in Lombardia, Lazio e Campania. In particolare, il 16% del totale nazionale si trova in Lombardia, il 10,8% nel Lazio, il 9,3% in Campania, l’8% in Sicilia e il 7,9% in Veneto.

Ovviamente, non mancano criticità nell’intero sistema. Tra le problematiche più ricorrenti, troviamo sicuramente le questioni burocratiche che rallentano fortemente le installazioni a causa dei tempi e dei ritardi delle autorizzazioni e delle procedure di connessione alla rete troppo lente.

Tuttavia, non sono da trascurare le conseguenze della transizione energetica sul piano lavorativo in Italia. Raggiungere i target di elettrificazione significherebbe creare 540.000 nuovi posti di lavoro nel settore elettrico e nella sua filiera industriale (oggi sono 120.000).

Non si tratterebbe solo di professionisti altamente specializzati in nuove tecnologie, ma anche di figure più tradizionali come economisti ed esperti di finanza, informatici ambientali, esperti di diritto, manager di progetti di sostenibilità, esperti di marketing ambientale, commerciali e consulenti vendite di impianti fotovoltaici o eolici domestici, data analyst, certificatori della qualità ambientale, professionisti della comunicazione, esperti di edilizia green e architetti per ripensare le città in ottica ecosostenibile.

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