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I cori britannici denunciano gli effetti della crisi climatica cantando

Il Climate Choir Movement è nato nel 2022 e oggi conta più di 700 membri. Obiettivo: protestare pacificamente per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul collasso ambientale. La Svolta ha parlato con la co-fondatrice e coordinatrice del movimento Jo Flanagan
Credit: Climatechoirmovement.org 
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28 febbraio 2024 Aggiornato alle 14:00

Sempre più persone, oggi, si impegnano a contrastare la crisi climatica con piccole azioni quotidiane (e non solo). In Gran Bretagna esistono cori ambientalisti riuniti nel Climate Choir Movement (Ccm), che utilizza musica e canzoni per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare le istituzioni politiche a intervenire contro il climate change.

La Svolta ha intervistato la co-fondatrice e coordinatrice del movimento Jo Flanagan, che ha raccontato come il coro cerca, per quanto possibile, di essere parte di un cambiamento sostenibile e rendere la lotta per la giustizia climatica sempre più inclusiva.

Quando c’è stata la vostra prima manifestazione pacifica e a chi era rivolta?

Sebbene il Climate Choir Movement sia nato nell’autunno del 2022, ha le sue radici nell’interruzione “cantata” dell’annual general meeting del gruppo bancario Hsbc, che ho organizzato insieme a un meraviglioso team di attivisti climatici nell’aprile del 2022. Dopo essere stata coinvolta per alcuni anni nel coordinamento di proteste ambientali pacifiche rivolte principalmente al settore finanziario (vale a dire quelle organizzazioni maggiormente responsabili del finanziamento di massa dei combustibili fossili, della deforestazione e di altri progetti che distruggono la natura), abbiamo cercato di interrompere l’assemblea generale annuale del gruppo bancario.

Abbiamo messo insieme dozzine di idee sui modi pacifici per interrompere le assemblee generali e le conferenze e abbiamo deciso di fare un flash mob con i cantanti per interrompere l’assemblea: un modo più “potente” per smuovere cuori e menti rispetto alla più classica protesta urlata. Il risultato è stato questa azione attentamente coreografata, che è diventata virale sui social media e ha raggiunto direttamente il consiglio di amministrazione di Hsbc, i giornalisti finanziari e gli azionisti del gruppo bancario in tutto il mondo.

Mi piace pensare che le nostre azioni abbiano contribuito a fare pressione su Hsbc che poco dopo ha annunciato che avrebbe ritirato una quantità significativa di finanziamenti da nuovi progetti sui combustibili fossili, anche se come attivista non conosci mai veramente l’impatto di nessuna delle tue proteste.

È da quella protesta che è nato il Climate Choir Movement?

Subito dopo abbiamo deciso di formare il Bristol Climate Choir e abbiamo usato le nostre voci per proteste pacifiche contro l’espansione dell’aeroporto di Bristol che era, nella nostra regione, probabilmente la questione principale a livello ambientale. Da allora sempre più cantanti, attivisti e altre persone si sono rivolte a noi per formare altri cori sul clima. Ma le radici del Climate Choir Movement probabilmente superano l’azione di Hsbc, poiché la prima manifestazione pacifica che coinvolgeva musica e performance teatrale che ho progettato e coordinato è stata nell’aprile 2019: era uno spettacolo con musicisti che suonavano la melodia originale intonata mentre il Titanic affondava (la performance aveva sia elementi di pathos che di umorismo: un elemento tipico di molte delle nostre performance). Oltre a un grande dipinto del Titanic che affonda, avevamo cartelli con la scritta “Hanno detto che non sarebbe potuto succedere”, insieme a striscioni che recitavano “Stiamo andando verso un disastro climatico”; un altro diceva “Politici, smettetela di sistemare le sedie a sdraio” (e nel mentre alcuni attori vestiti dai leader mondiali delle più grandi potenze posizionavano comicamente le sdraio). Ero così frustrata dalla mancanza di leadership politica e, a dire il vero, dal racconto dei media (o dalla mancanza del racconto) sul cambiamento climatico e sulla protezione dell’ambiente. E purtroppo, nonostante alcune notevoli eccezioni, lo sono ancora.

Avete scelto il canto per permettere alle persone di manifestare a favore dell’ambiente indipendentemente dalla loro età?

Adoro il fatto che il canto possa essere così inclusivo e che persone di tutte le età possano farne parte. In una certa misura è stata anche una risposta alla repressione del Governo britannico sulle proteste ambientaliste. Cerchiamo di rendere le nostre esibizioni pacifiche di protesta e canto il più rispettose e il meno distruttive possibile (tranne che durante le assemblee generali!), in modo da non disturbare il pubblico. Questo non è (e mi affretto a specificarlo) per prendere le distanze da questi attivisti coraggiosi che stanno mettendo a rischio la propria sicurezza, libertà e benessere per prevenire il collasso climatico e le sue terribili conseguenze. Se si guarda ai precedenti movimenti di protesta di successo, abbiamo bisogno di molte forme diverse di manifestazioni pacifiche ed è necessario includere un’ampia sezione trasversale della comunità per cambiare le cose.

Questa forma di protesta pacifica aiuta le persone a portare le persone in piazza per manifestare il proprio dissenso?

La nostra forma di protesta più gentile è in parte una risposta alla sensazione che gran parte della popolazione abbia “accantonato” il proprio impegno nelle questioni legate al clima e si sia alienata da molti aspetti delle proteste ambientali. Molto spesso si uniscono al coro del clima sentendo di essere sopraffatti dalla portata di ciò che tutti stiamo affrontando e incapaci di fare qualsiasi cosa per fare la differenza (oltre a riciclare e a ridurre la propria impronta di carbonio). Questa forma di azione “pacifica”, “gentile”, offre alle persone coinvolte uno spazio, una comunità di amanti della natura che la pensano allo stesso modo e che desiderano lottare per la giustizia climatica, ma in un modo che non li sovraccarichi. Amano cantare (molti lo fanno in altri cori), sono preoccupati per il cambiamento climatico e vogliono fare qualcosa di significativo per contribuire a fare pressione su chi detiene il potere. Vogliono usare la loro voce per creare un futuro sicuro e prospero, ma non vogliono essere arrestati.

Non è una scelta causale utilizzare le canzoni per manifestare?

Vogliamo dare voce a queste persone, letteralmente. Probabilmente circa la metà dei cantanti nei cori climatici sono attivisti, mentre gli altri forse non si considerano attivisti ma possono essere consapevoli di ciò che sta accadendo all’ambiente sia a livello “elementare” (per esempio, un giardiniere si rende conto che non si possono più coltivare le piante del passato) che a un livello più “profondo”, quando vengono riconosciute le ingiustizie climatiche. Coloro che contribuiscono meno alla distruzione ambientale e alle emissioni di carbonio sono le persone più colpite e molte sono costrette a lasciare le proprie case e diventare rifugiati. A loro piace cantare e vogliono fare qualcosa per proteggere le generazioni future e l’ambiente, ma si sentono impotenti e sopraffatti dall’enormità di ciò che tutti stiamo affrontando.

Da quanti membri è composto il Climate Choir Movement e quanti cori ha?

Il Climate Choir Movement è stato lanciato ufficialmente nell’autunno del 2022 e conta oltre 700 cantanti e 12 cori per il clima, con altri 3 cori che stanno per unirsi. Il movimento “si attiva” circa 6 volte all’anno, con l’aiuto di un Core Team del Ccm, che aiuta a progettare e coordinare proteste canore pacifiche, in cui i cantanti dei vari cori si uniscono al Climate Choir Movement. Ciò avviene principalmente a Londra, dove possiamo raggiungere più facilmente le istituzioni o chi “ha il potere”: le società di combustibili fossili, le società finanziarie o i politici. Queste proteste sono attentamente coreografate e finora sono state tutte accolte con molta positività, sorrisi, interesse e talvolta lacrime. Spesso gli spettatori si uniscono a noi e ho visto dirigenti finanziari trattenere le lacrime. Il potere della musica e del canto è profondo sia per chi canta che per chi ascolta.

La polizia vede le vostre azioni come una minaccia? Qual è la reazione delle autorità alle vostre proteste pacifiche?

Finora, con un paio di eccezioni, la polizia è stata rispettosa e piuttosto solidale: un agente ha affermato che il suo sovrintendente aveva detto che “la nostra è stata la protesta più melodiosa a cui avesse mai partecipato”. I messaggi che portiamo sugli striscioni e con le canzoni sono abbastanza chiari e pieni di buon senso (e talvolta di umorismo) e questo aiuta; tuttavia, man mano che la repressione degli attivisti per il clima diventa più pesante nel Regno Unito, vedremo come si evolveranno le cose… l’atmosfera è decisamente cambiata e senza dubbio sta diventando sempre più difficile…

Quali spera possano essere i cambiamenti a livello globale nei prossimi 5/10 anni in termini di tutela del pianeta?

La mia più grande speranza è che le persone si sollevino pacificamente e dicano collettivamente “basta è troppo, abbiamo bisogno di una governance efficace”; ma anche di avere una legge internazionale efficace sull’ecocidio e che le assemblee dei cittadini siano organizzate in modo da poter disporre di politiche e leggi per attuare i grandi e urgenti cambiamenti di cui abbiamo bisogno.

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