Culture

“Neve”: come salvarsi dal bullismo grazie all’aiuto dell’altro

Il film diretto, scritto e interpretato da Simone Riccioni racconta la storia di una giovane adolescente presa di mira dai compagni di classe. Cosa può fare per uscire da questa situazione?
Credit: LINFA CROWD 2.0 - Fondazione Carolina 
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29 febbraio 2024 Aggiornato alle 15:00

La protagonista che dà il titolo al film è Neve (Azzurra Lo Pipero), una giovane adolescente molto sveglia e con la passione per il teatro.

Neve vive insieme alla madre (Margherita Tiesi) e trascorre le proprie giornate tra la scuola, frequenta infatti le medie, e il luogo di lavoro della madre, addetta a badare a vasche di pesci.

Quando, durante un’esercitazione in classe, incentrata sul tema dei propri eroi, Neve decide di scrivere della propria madre, inizierà a essere presa in giro dal resto della classe. Mentre gli altri bambini parlano di Cristiano Ronaldo o di Billie Eilish come i propri punti di riferimento, Neve non segue questa traccia e decide di raccontare il rapporto che ha con la madre con ammirazione e affetto, dato che è stata l’unica persona che l’ha vista crescere.

Neve riceve i peggiori insulti che un adolescente può proferire, la classe si unisce quasi spontaneamente contro la giovane protagonista e tutti sono concordi nel dire che anche lei, visto il lavoro della madre, assomiglia un po’ troppo a un pesce e troppo poco a un essere umano.

Questo tipo di cattiveria gratuita (si sa, i bambini non hanno freni o peli sulla lingua né in positivo, né in negativo da questo punto di vista) viene ulteriormente amplificata dalle piattaforme online.

La tecnologia, che sì, ha certamente aiutato il genere umano a vivere meglio, qui diventa un elemento negativo, dato che consente una diffusione ancora più rapida di tutte quelle prese in giro che, fino almeno al momento in cui gli smartphone non erano usati per questo tipo di comunicazione immediata, restavano confinate entro le mura della scuola.

Non solo i mezzi tecnologici consentono una rapida e capillare propagazione di queste azioni di bullismo (a quel punto, allora, si parla di cyberbullismo, ovvero il bullismo che si esprime e agisce in rete) ma permettono anche di dire cose che, nella vita reale e di fronte a una persona, probabilmente non si avrebbe il coraggio di dire.

Lo schermo dello smartphone funziona in un certo senso come un meccanismo di protezione per chi compie atti di bullismo: non guardando in faccia la persona alla quale si rivolgono gli insulti, è molto più facile esprimere e dare il peggio di sé stessi, sentendosi comunque inattaccabili.

Il meccanismo che porta diversi bambini a prendersela con Neve, però, non ha niente di logico: solo perché qualcuno ha deciso di definirla “sfigata”, allora il resto dei compagni di classe ripete senza pensarci le parole che le sono state rivolte, non pensando alle conseguenze che queste possono avere sulla giovane protagonista.

Se, da una parte, le parole dei compagni di classe sono usate senza ritegno e sconsideratamente, dall’altra Neve reagisce chiudendosi in un silenzio assoluto. Le parole, che fanno male come pietre se lanciate contro qualcuno, feriscono la protagonista e la portano a comportarsi in modo opposto rispetto a quello dei suoi compagni di classe, cosa che preoccupa gli adulti che la circondano, dato che questi non riescono a capire o a farsi spiegare dalla diretta interessata che cosa le sia successo.

Del resto, non è un caso che la protagonista si chiami proprio Neve, esattamente come l’elemento atmosferico che rimanda sempre a una dimensione di purezza e di candore: Neve è simbolo di innocenza, una caratteristica che solitamente viene associata al periodo dell’infanzia e che in questo caso distingue la protagonista dal resto dei suoi coetanei.

Il film, per quanto affronti un tema attuale e drammatico, riesce a mettere in mostra il lato positivo della vicenda, raccontando il bullismo dalla parte di chi lo subisce e mettendo in scena tutte le soluzioni che si possono adottare per superare una situazione simile.

Grazie all’aiuto di alcune figure più adulte, tra cui un attore in crisi con il proprio lavoro (Simone Riccioni) e che inizialmente non vuole saperne nulla di avere a che fare con dei bambini, Neve riuscirà a sbloccare questa situazione, con la consapevolezza e la certezza che i problemi possono essere superati se riusciamo a fidarci l’uno dell’altro e a parlarne a cuore aperto.