Diritti

In Giappone via libera ai capelli biondi a scuola

La decisione è arrivata dal Tokyo Metropolitan Board of Education, che ha annunciato di voler cancellare 5 regole obsolete per il decoro estetico di alunne e alunni
Credit: Stephanie Hau
Tempo di lettura 3 min lettura
15 marzo 2022 Aggiornato alle 15:00

Nel rigorosissimo Giappone talvolta il rispetto delle regole è talmente sottopelle che è difficile ribellarsi o pensare a un futuro diverso. Però, dopo mesi di consultazioni, gli studenti e le studentesse delle scuole di Tokyo sono riusciti a far sentire la loro voce e a ottenere una vittoria: presto potranno andare a scuola con i capelli tinti di biondo, indossare biancheria intima del colore che preferiscono e sfoggiare l’acconciatura che adorano. Prima, tutto questo non era concesso.

Secondo il giornale Mainichi, che cita fonti del dipartimento dell’istruzione, presto saranno abolite alcune regole in corso nell’anno accademico.

Fra queste c’è per esempio l’abbandono del divieto di un particolare taglio di capelli (quello corto dietro e più lungo davanti o sui lati), oppure lo stop a restrizioni all’uso di mutande e biancheria con colori diversi da quelli bianchi e classici.

Di recente il Tokyo Metropolitan Board of Education ha confermato in una riunione di voler cancellare 5 regole che erano state pensate per il decoro estetico. Dei quasi 200 istituti della capitale giapponese non tutte le scuole li aboliranno, ma la maggior parte darà libero sfogo ai diritti e alle scelte in tema di pettinature e colori.

Oggi i divieti risultano in vigore in 216 corsi scolastici su un totale di 240, ma in tutti gli istituti ci sono state proteste per cambiare le regole e, dopo un dibattito fra alunni e insegnanti che ha compreso anche genitori e tutor, si è ritenuto che parte dei “paletti” non necessari vengano finalmente aboliti.

Alcuni istituti, però, continueranno a chiedere il rispetto di norme severe, per esempio fornire la prova di avere capelli naturalmente ricci o mossi oppure di un colore diverso dal nero.

Yuto Kitamura, membro del consiglio metropolitano per l’istruzione di Tokyo, afferma che è «un grande passo avanti» per le libertà di alunni e alunne e una opportunità concreta per le persone per discutere e confrontarsi su come creare una società in cui le regole vadano bene per tutti e non siano solo imposte dall’alto.

Da anni in Giappone c’è un dibattito intenso sui codici di abbigliamento negli istituti, anche dopo il caso di una studentessa che aveva citato in giudizio le istituzioni scolastiche di Osaka che l’avevano obbligata a tingersi i capelli di nero, pena l’esclusione da scuola.

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