Diritti

“Unite”: l’azione collettiva per parlare di violenza contro le donne

La campagna è stata lanciata dalla scrittrice Giulia Caminito e dalla giornalista Annalisa Camilli, per riflettere sulle parole che vengono usate per raccontare i femminicidi e gli abusi di genere. Gli articoli realizzati saranno pubblicati fino al 3 marzo su decine di testate giornalistiche
Il murale dedicato alle vittime del femminicidio nel quartiere San Lorenzo a Roma. Credit: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Press Wire
Il murale dedicato alle vittime del femminicidio nel quartiere San Lorenzo a Roma. Credit: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
19 gennaio 2024 Aggiornato alle 20:00

Sono passati solo 19 giorni dall’inizio dell’anno e per contare le donne vittime di violenza di genere nel 2024 già non ci bastano più le dita di una mano. Il 1° gennaio è stata uccisa Rosa D’Ascenzo, 71 anni, a Civita Castellana, in provincia di Viterbo. Per il suo omicidio è stato fermato il marito 73enne. Quattro giorni dopo Maria Rus, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni, sono state ritrovate senza vita a Naro, in provincia di Agrigento: un uomo di 24 anni è accusato di averle brutalmente uccise, dando fuoco al cadavere di una delle due. Teresa Sartori, 81 anni, è stata accoltellata dal figlio a Saronno, nel Varesotto. Elisa Scavone, 65 anni, è morta dopo 2 giorni di agonia all’ospedale Molinette di Torino, dopo che il marito l’ha colpita con 30 coltellate. L’11 gennaio Ester Palmieri, 38 anni, è stata uccisa dall’ex compagno a Montalbiano, in provincia di Trento. Il 2023 si era chiuso con 1 donna uccisa ogni 3 giorni. Nel 2024 c’è 1 femminicidio ogni 2.

Per parlare di questo fenomeno, per riflettere sulla violenza di genere e sulle parole che la raccontano, la scrittrice Giulia Caminito e la giornalista Annalisa Camilli hanno lanciato una campagna che si intitola Unite: si tratta di una mobilitazione che coinvolge scrittrici e giornaliste italiane per continuare a parlarne sui giornali italiani, “per denunciare la violenza di genere e nominarla”, spiegano sulla pagina Instagram dedicata, dove è possibile reperire gli articoli e i racconti pubblicati finora dalle oltre 80 donne che hanno aderito all’iniziativa. Tra loro le scrittrici Teresa Ciabatti e Antonella Lattanzi, le giornaliste Daria Bignardi (che il 3 gennaio ha inaugurato il “Me Too letterario” su Vanity Fair) e Loredana Lipperini.

“Ognuna userà la sua voce e le parole più adatte a descrivere un fenomeno complesso e multiforme, perlopiù tollerato dalla società”, spiega il gruppo formatosi dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023. È stata la lettura pubblica e collettiva del libro L’invincibile estate di Liliana, scritto dalla messicana Cristina Rivera Garza e dedicato al femminicidio della sorella avvenuto più di 30 anni fa a Città del Messico, a dare il via all’iniziativa volta a “tenere alta l’attenzione sulla questione e rappresentare con parole esatte tutte le declinazioni della violenza di genere”.

Nel 2023 in Italia “le donne che sono state uccise dai loro compagni, ex partner, familiari sono state 113”, ha spiegato Unite il 3 gennaio: “Ma i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg di un sistema di sopraffazione e violenza che ancora riguarda in maniera diffusa le donne italiane”. I dati dell’Istat rivelano che “una donna su tre ha subito violenza nel corso della sua vita: molestie, stupri, violenze psicologiche. Ma ogni volta che un episodio efferato conquista le prima pagine dei giornali, si parla di ’amore’, ‘gelosia’, ‘raptus’, ‘onore’. Spesso le donne che sono vittime della violenza sono colpevolizzate e rivittimizzate”.

L’azione letteraria di Unite servirà anche a mostrare quali sono le parole «esatte e appropriate», ha spiegato Annalisa Camilli ospite a Linea Notte del Tg3, per affrontare il tema della violenza maschile sulle donne sui media italiani. «Perché le parole ci sono, ci sono 150 anni di cultura femminista di parole scritte, di voci, di racconti su che cos’è la violenza […], hanno bisogno solo di spazio».

La campagna è partita il 3 gennaio e durerà fino al 3 marzo: è possibile partecipare seguendo il vademecum pubblicato sulla pagina Facebook Unite. Azione letteraria: è necessario scrivere un articolo contro la violenza di genere, pubblicarlo entro fine febbraio 2024, comunicarlo al collettivo e inserire al fondo del pezzo la frase: “Questo articolo è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla”.

Il 4 marzo 2024 al Teatro Manzoni di Roma si terrà una serata di lettura degli articoli, ma sono molti i luoghi della cultura che stanno chiedendo di ospitare l’evento, devolvendo il ricavato ai centri antiviolenza.

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