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Yemen, raid Usa-Uk contro gli Houthi: cos’è successo?

Stati Uniti e Regno Unito hanno lanciato attacchi su più di una dozzina di basi dei militanti yemeniti nell’ovest del Paese, in risposta a quelli rivolti dal gruppo armato alle navi commerciali nel Mar Rosso dopo l’inizio della guerra israeliana a Gaza
Alcuni combattenti Houthi appena reclutati durante la cerimonia di fine addestramento a Sanaa, Yemen
Alcuni combattenti Houthi appena reclutati durante la cerimonia di fine addestramento a Sanaa, Yemen Credit: Osamah Yahya/ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 gennaio 2024 Aggiornato alle 14:15

Venerdì 12 gennaio, intorno alle 3:00 di notte (ora locale), in Yemen, navi da guerra e aerei statunitensi e britannici hanno lanciato attacchi missilistici nelle aree controllate dagli Houthi, un gruppo di miliziani che conta circa 20.000 combattenti e che controlla gran parte della zona occidentale del Paese e responsabile del Mar Rosso. Gli attacchi di Stati Uniti e Regno Unito, supportati da Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi, hanno colpito almeno 60 obiettivi in ​​16 località «utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Durante la notte, Biden ha spiegato che si tratta della «risposta diretta agli attacchi Houthi senza precedenti contro navi marittime internazionali nel Mar Rosso, compreso l’uso di missili balistici antinave per la prima volta nella storia». Gli attacchi si sarebbero concentrati, secondo il Comando Centrale degli Stati Uniti, su «sistemi radar, sistemi di difesa aerea e siti di stoccaggio e lancio per sistemi aerei senza pilota, missili da crociera e missili balistici». Biden ha aggiunto che sarebbe disposto ad autorizzare ulteriori attacchi allo Yemen se gli Houthi non dovessero fermarsi: «Non esiterò a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario», ha dichiarato.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Associated Press, gli Houthi sostengono che gli attacchi abbiano ucciso 5 persone e ne abbiano ferite 6, senza fornire informazioni su chi fossero le vittime. “Non c’è alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo Yemen, poiché non c’era alcuna minaccia alla navigazione internazionale nel Mar Rosso e nel Mar Arabico, e gli attacchi hanno colpito e continueranno a colpire le navi israeliane o quelle dirette ai porti della Palestina occupata”, ha aggiunto il portavoce Mohammed Abdulsalam su X.

Il gruppo prende il nome dal fondatore, Hussein Badreddin al-Houthi. Si tratta di sciiti di stampo zaydita, formatisi negli anni ‘80 in opposizione all’influenza religiosa dell’Arabia Saudita in Yemen, che appoggiano Hamas e sono sostenuti dall’Iran. Poco dopo il 7 ottobre 2023, il giorno che ha segnato l’inizio della guerra israeliana a Gaza, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele, il leader Abdul Malik Al-Houthi ha affermato che le sue forze erano «pronte a muoversi in centinaia di migliaia per unirsi al popolo palestinese e affrontare il nemico», riporta il Guardian.

Da lì in avanti, gli Houthi hanno iniziato a lanciare attacchi missilistici e droni contro le navi commerciali nel Mar Rosso, che comunica con il Mediterraneo attraverso il canale di Suez, sostenendo di prendere di mira le navi legate a Tel Aviv in risposta ai bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Volevano impedire alle navi israeliane (o a quelle registrate da proprietari israeliani) di passare attraverso il canale finché Israele non avesse fermato il suo attacco a Gaza.

Ma nelle ultime settimane, gli attacchi degli Houthi contro le navi mercantili si sono intensificati e la comunità internazionale ha avvertito che ci sarebbero state “conseguenze” se nulla fosse cambiato. La morte di 10 militanti Houthi avvenuta il 31 dicembre 2023, quando gli elicotteri della marina americana hanno sparato contro alcune piccole imbarcazioni che tentavano di salire a bordo di una nave portacontainer, ha segnato una nuova fase del conflitto.

10 giorni dopo, navi da guerra di Usa e Uk hanno abbattuto decine di droni e missili nel Mar Rosso. L’attacco di venerdì 12 gennaio è arrivato dopo la richiesta, da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, della fine immediata degli attacchi dei ribelli Houthi, che, però, non si sono fermati.

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