Storie

Mirco Mariani: «Il liscio ha rivoluzionato la mia vita»

Musicista per 25 anni a fianco di cantautori come Vinicio Capossela o star del jazz come Enrico Rava, con la nuova band ha conquistato l’ultimo Sanremo. Dalla sua #storiadisvolta sono nati un album, un film e un tour
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10 marzo 2022 Aggiornato alle 22:30

Dopo 25 anni da musicista a supporto di star del jazz come Enrico Rava o del pop come Vinicio Capossela, Mirco Mariani ha cambiato completamente la sua vita grazie all’idea di riunire con lui in una band esponenti del liscio della vecchia guardia per diventare, con il supporto della Betty Wrong Edizioni di Elisabetta Sgarbi, il fenomeno degli Extraliscio scoppiato a Sanremo 2021 e che ha generato, oltre a un album, anche un film: Extraliscio – Punk da balera. Si ballerà finché entra la luce dell’alba, e un tour di grande successo che è appena ripreso e che li porterà in tutta Italia (il 13 marzo all’Auditorium della Fiera di Morciano di Romagna, Rimini).

«Sanremo è stata una bomba! – ci racconta Mirco Mariani, con il suo inconfondibile accento romagnolo - In un’edizione senza pubblico, in cui dominava il rap e artisti giovanissimi, noi siamo arrivati sul palco con una banda di vecchi cantanti del liscio e una canzone popolare, Bianca Luce Nera. Una scommessa importante, voluta da Elisabetta (Sgarbi, ndr) che è stata talmente visionaria da capire, prima di noi, la forza di questa musica apparentemente fuori moda e invece immortale».

Una svolta importante. «Sicuro! Il cambiamento vero è stato anche quello di diventare il frontman di una band. Ho sempre suonato dietro la star, a supporto, e ora la mia vita si è rivoluzionata completamente».

La passione per la musica quanto è nata? «Presto, ma i miei non volevano. Mia mamma è parrucchiera, mio padre era un muratore e nel paese diventare un musicista non era visto bene. Era come voler andare a cercar rogne. Mi volevano laureato, poi li ho accontentati perché mi sono diplomato al Conservatorio, la laurea della musica. La musica ce l’avevo nel sangue. A 16 anni ho fatto la mia prima stagione a Cesenatico e con i guadagni mi sono comprato i primi strumenti vecchi e usati. Una passione che mi è rimasta».

So che all’inizio era abbastanza perplesso all’idea di riportare in vita il liscio. «Non sembrava una cosa possibile. Era diventata una musica che non piaceva neanche ai vecchi. Il liscio è una musica colta, di tradizione come la pizzica, e fanno parte della storia di un territorio, ma negli ultimi anni aveva preso una deriva da karaoke, rinnovarla non aveva senso».

Cosa le ha fatto cambiare idea? «Ho capito che il liscio si poteva effettivamente rivalutare riportandolo alla sua origine. Unendo il mio mondo musicale con Moreno il biondo e con la voce di Romagna mia, Mauro Ferrara, mi è sembrato tutto più fattibile. La vera svolta è stata Elisabetta Sgarbi che ha dato al progetto un senso culturale serio, scrivendo con me anche i testi dell’album, È bello perdersi».

È contento? «Sono contento e grato perché è arrivato qualcosa che aspettavo da tempo e che mi ha cambiato la vita completamente. Extraliscio mi ha dato una prospettiva in cui mi sento dentro in pieno, perché è il racconto della mia terra ed è qualcosa che va al di là della musica».