Diritti

Uk: 1 milione di decessi prematuri per disuguaglianze sanitarie

La ricerca dell’Institute of Health Equity dell’University College di Londra ha rivelato il numero di morti in eccesso tra il 2011 e l’inizio della pandemia. La causa: una combinazione di povertà, austerità e Covid
Credit: Annie Spratt 
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
10 gennaio 2024 Aggiornato alle 10:00

1 milione di persone nel 90% delle aree del Regno Unito hanno vissuto una vita più breve del dovuto tra il 2011 e l’inizio della pandemia. È quanto emerge dal nuovo rapporto Health Inequalities, Lives Cut Short realizzato dall’Institute of Health Equity dell’University College di Londra (Ucl). I risultati dimostrano l’effetto delle disuguaglianze economiche e sociali sulla popolazione più povera, morta precocemente di cancro, problemi cardiaci e altre malattie a causa di una combinazione tra povertà, austerità e Covid.

L’autore del rapporto, Peter Goldblatt, ha utilizzato i dati dell’Office for National Statistics, l’agenzia governativa britannica che pubblica statistiche nazionali, per esaminare l’aspettativa di vita delle persone che, in tutto il Regno Unito, non vivono nelle aree più ricche. “Utilizzando diverse fonti di dati Ons pubblicate, l’Ihe ha effettuato questi calcoli dal numero di decessi in eccesso (l’aumento del numero di decessi oltre quello previsto) nel decennio a partire dal 2011 in Inghilterra”, spiega l’istituto londinese.

Tra il 2011 e il 2019 precisamente 1.062.334 persone sono morte prima di quanto sarebbe accaduto se avesse vissuto in aree meno svantaggiate. La ricerca sottolinea che più disagiata era l’area in cui vivevano, maggiore era il numero di decessi in eccesso.

Nel 2020 sono state registrate altre 151.615 morti premature, anche se questo numero è stato maggiore del previsto a causa della pandemia di Coronavirus. Di queste, Goldblatt ne ha attribuite 148.000 alle misure di austerità attuate dal Governo di coalizione a partire dal 2010, confrontandole con i livelli visti in precedenza.

I risultati “aggiungono peso alle sue due revisioni sulle disuguaglianze sanitarie nel 2020 (Marmot Review 10 years On Review e COVID-19 Marmot Review) - continua l’Ihe - che l’impatto cumulativo dei tagli regressivi ai finanziamenti (che colpiscono maggiormente le aree più povere), associato a dell’austerità (il regime economico-politico di risparmio di spese statali e consumi privati che un Governo impone per superare una crisi economica, ndr), hanno contribuito al mancato aumento, anzi al calo, dell’aspettativa di vita per le donne nel 10% delle aree più povere, e all’ampliamento delle disuguaglianze sanitarie”.

Uno studio sulle disuguaglianze sanitarie realizzato lo scorso anno dal think tank britannico Health Foundation ha scoperto che una donna di 60 anni che vive nelle zone più povere del Regno Unito, tipicamente, ha lo stesso grado di malattia di una che ne ha 76 e risiede in quelle più ricche. Un divario di 16 anni che, nel caso degli uomini, si riduce a 10.

Le donne povere, inoltre, trascorrono 43,6 anni (il 52% della loro vita) afflitte da una malattia diagnosticata, mentre per le più ricche il dato scende a 41 anni (il 46% del loro ciclo di vita). E questa disuguaglianza non è solo di genere: un’indagine del 2020 richiesta dal Governo britannico ha documentato che i tassi di mortalità per Covid-19 sono stati più alti tra le persone nere e asiatiche rispetto a qualsiasi altro gruppo etnico. il rischio di morte è stato di gran lunga maggiore per le persone originarie del Bangladesh, che rispetto ai bianchi britannici avevano il doppio delle probabilità.

Leggi anche
Pandemia
di Francesco Carrubba 3 min lettura
Violenza Domestica
di Costanza Giannelli 3 min lettura