Ambiente

Roma, incendio Mezzocammino: cos’è successo?

L’esplosione in un garage pieno di rifiuti ha fatto evacuare 120 persone. Il comitato di quartiere: “Una vicenda criminale vergognosa che si trascina da anni (…) Hanno trasformato l’area in una discarica abusiva”
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2 gennaio 2024 Aggiornato alle 19:00

La mattina del 31 dicembre i vigili del fuoco sono stati chiamati per domare l’incendio a Largo Jacovitti nel quartiere Mezzocammino (una zona chiamata così proprio perché si trova a metà tra Roma e la foce del Tevere) per l’esplosione di una bombola di gpl in un’autorimessa interrata; l’intero edificio sovrastante (che ospitava circa 50 famiglie) è stato evacuato velocemente. L’incendio è avvenuto pochi giorni dopo quello di Malagrotta.

Alle 17:30 dell’ultimo pomeriggio dell’anno, il rogo non era stato ancora spento: i pompieri hanno utilizzato mezzi meccanici per riuscire a estinguere le fiamme che hanno divorato il cemento, facendo sprofondare la piazza antistante, oltre a creare un’alta colonna di fumo.

Quello di Mezzocammino non è stato solo un semplice rogo, causato da uno scoppio e alimentato dal gas. La situazione è stata aggravata dalla presenza di numerosi rifiuti, probabilmente anche tossici. Si è scoperto, infatti, che quel garage condominiale era da tempo una discarica; inoltre la spazzatura, come ha confermato il Consorzio Unitario Torrino Mezzocammino, risultava ammassata in determinati locali messi sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria. La procura ha quindi aperto un’indagine.

Ora si attendono gli esiti dell’esame della qualità dell’aria: “Le attività analitiche sono in corso e i risultati verranno dati appena possibile”, ha spiegato Arpa Lazio, il cui personale è immediatamente intervenuto per installare un campionatore destinato al monitoraggio.

”È l’esito peggiore, un incubo che ha sempre assillato le nostre menti, di una vicenda criminale vergognosa che si trascina da anni - fa sapere il Comitato di Quartiere sull’incendio - A nulla sono valse tante segnalazioni, esposti e denunce dei cittadini e del CdQ, l’impegno delle Forze dell’Ordine, di alcune istituzioni e del Cutm. A largo Jacovitti finora ha vinto l’impunità di personaggi senza scrupoli (arcinoti nel quartiere) che hanno trasformato l’area sotto la piazza in una impressionante discarica abusiva. L’ultima volta in cui sono stati segnalati e beccati i delinquenti è stato giusto prima di Natale. Ma è evidente che qualcosa a livello normativo non funziona se alla fine, per anni, sono i cittadini a pagare tutto il danno. Ci chiediamo quale sia l’utilità del provvedimento di sequestro, che è stato disposto più volte nel tempo, se poi il pericolo rimane presente e lo sversamento dei rifiuti continua regolare. Un disastro purtroppo annunciato, ci auguriamo davvero che almeno questa ultima tappa consenta di intervenire in maniera severa, rapida e definitiva”.

Così, il Comitato e il Consorzio chiedono con forza una rapida operazione di bonifica, parlando di una ferita da sanare “al 100%”. Le esigenze maggiormente condivise dai cittadini sono:

- che nel più breve tempo possibile venga fatta a carico della Pubblica Amministrazione una bonifica integrale dell’area andata a fuoco e poi distrutta;

- che la ricostruzione della piazza venga fatta o promossa direttamente dal settore pubblico e in tempi ragionevoli, a carico del Comune, della Regione o dello Stato.

“Se da una parte non si può dire che le istituzioni siano state del tutto assenti su questo scandalo, è altrettanto vero che in sostanza abbiamo assistito per anni e anni a un totale immobilismo, e questo si spiega con sottovalutazioni o negligenze o altre carenze da parte degli amministratori pubblici. Nessuno può sostenere sia stato fatto tutto il possibile! - afferma il Comitato - Non possiamo accettare che nulla sia avvenuto perché ostacoli normativi o burocratici lo impedivano. Troppi anni e troppi atti criminali reiterati”.

Tra le difficoltà emerge un aspetto positivo: è la solidarietà che gli abitanti si sono dimostrati a vicenda senza esitazioni, aiutando soprattutto le 120 persone sfollate (per fortuna non ci sono stati feriti) che nella scuola elementare Geronimo Stilton hanno trovato rifugio, pasti caldi e coperte. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla Protezione Civile e a gruppi di volontari locali come il Camelot HIM, che hanno predisposto velocemente 40 posti letto.

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