Storie

Canada, Dan Carter: il sindaco che ha portato droga e povertà al centro della sua agenda

Primo cittadino di Oshawa, da giovane ha lottato contro la tossicodipendenza e ha vissuto per strada. È riuscito a fare tesoro delle sue esperienze implementando politiche pubbliche a favore delle comunità più marginalizzate
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28 dicembre 2023 Aggiornato alle 14:00

Se c’è qualcosa che abbiamo imparato dalla serie House of Cards è che la reputazione è tutto e, in generale, la maggior parte dei personaggi politici cercano in ogni modo di mostrare un’immagine idealizzata di sé, facendo carte false per nascondere lati oscuri o passati turbolenti. Non è questo il caso di Dan Carter, sindaco di Oshawa, città canadese situata sulle rive del lago Ontario, a pochi chilometri da Toronto. «Per diciassette anni sono stato una persona orribile - ha dichiarato al New York Times - Ho mentito, ho tradito e rubato».

Carter, 63 anni, è rimasto orfano di madre a soli sei mesi e affidato ai servizi sociali dal padre che non riusciva a prendersi cura da solo dei 7 figli. Adottato da una famiglia della cittadina di Agincourt, Carter racconta di aver avuto molte di difficoltà a scuola, a causa di una forte dislessia non diagnosticata che lo ha lasciato praticamente analfabeta fino ai 30 anni.

«La scuola era così allora - ha spiegato - Se non riuscivi a stare al passo e a lavorare come il resto dei tuoi compagni non avevi il diritto di stare in classe. Venivi cacciato fuori, e il tuo banco messo nel corridoio. E questo sicuramente ha avuto delle conseguenze».

A 8 anni subì uno stupro da parte di uno sconosciuto, che lo aggredì mentre faceva il consueto giro per consegnare i giornali; ma il momento in cui la sua vita andò davvero in mille pezzi fu la morte del fratello adottivo, Michael, in un incidente in moto.

«Seppellii la mia vita nell’ alcol e nella droga - ha raccontato - e prima di potermene rendere conto, a vent’ anni, mi ritrovai a vivere per strada. Ero distrutto, mentalmente, emozionalmente finanziariamente e spiritualmente».

Fu la sorella Maureen ad accogliere il suo grido d’aiuto e sostenerlo nel lungo percorso di disintossicazione e di liberazione dalla dipendenza. Tornato in Canada iniziò a lavorare presso un’emittente TV locale e in breve tempo divenne il creatore, e poi il produttore, del The Dan Carter Show, un talk show televisivo con diversi ospiti che lo rese celebre e che fu determinante per il suo ingresso in politica, come consigliere regionale nel 2014 e poi come sindaco di Oshawa nel 2018.

«Non avevo capacità, nessuna abilità, nessuna educazione, niente», ha raccontato sempre al New York Times. Ma forse è stata proprio la sua storia, con la quale è più facile identificarsi di quanto non si creda, e la sua trasparenza nel raccontarla a farlo vincere con una maggioranza praticamente schiacciante. Quasi due terzi delle cittadine e dei cittadini di Oshawa, infatti, hanno scelto di affidare a lui il comando della città, nella speranza che la sua esperienza potesse guidare le sue scelte politiche.

E così è stato. Fin da subito si è mostrato interessato ai più gravi problemi sociali che affliggevano la comunità: dipendenza da sostanze, persone senza fissa dimora, povertà, salute mentale e violenza domestica, ma anche degrado urbano, vandalismo e disoccupazione, ottenendo nel 2021 la riapertura dello stabilimento della General Motors, che aveva chiuso la sede di Oshawa lasciando senza lavoro circa 2.500 persone. È stato proprio questo suo approccio appassionato e saggio alla politica e alla leadership a farlo rieleggere per un secondo mandato nel 2022.

Il percorso non è stato però privo di ostacoli. Carter non ha nascosto la sua frustrazione nel dover lavorare in un sistema che non vede di buon occhio grandi progetti volti a cambiare strutturalmente la società, soprattutto quando riguardano comunità marginalizzate.

In questi anni non sono mancate neanche le critiche, che si sono scagliate in modo particolare su alcuni provvedimenti più controversi, come la stretta sulla criminalità, il vandalismo e lo spaccio di sostanze stupefacenti che sembrerebbero in prima battuta colpire proprio quei quartieri e quelle comunità di cui Carter si è fatto paladino.

Ma il sindaco di Oshawa non si è fatto intimidire; non ha perso la speranza di poter migliorare le cose. Nonostante abbia già dichiarato di non voler correre per un terzo mandato, assicura che per il tempo che gli resta come sindaco, e poi anche come privato cittadino, continuerà a occuparsi dei temi che gli sono cari, perché comprende l’importanza di agire partendo da una posizione di esperienza, empatia, come la sua.

«Se non fosse stato per la riabilitazione, per il perdono e per la speranza - ha detto al The Tyee - se non fosse stato per la mia famiglia che mi ha dato la possibilità di vedere che ero cambiato, se non fosse stato per le persone a cui ho mentito e che ho ferito… se non mi avessero dato una possibilità, questa possibilità non l’avrei mai avuta. È per quello che ne parlo pubblicamente. Ci sono milioni di persone, in questo Paese, che soffrono per le dipendenze da sostanze e che hanno problemi di salute mentale, e famiglie che farebbero di tutto per poter vedere i loro cari riprendersi da queste situazioni. La cosa più importante che io possa fare è dimostrare che riprendersi è possibile, che il perdono è possibile, che possiamo redimerci, che c’ è sempre speranza, e che possiamo raggiungere risultati straordinari proprio grazie alle esperienze che abbiamo fatto […] La mia storia personale mi ha reso una persona empatica e in grado di capire i problemi altrui e, spero, un cuore e una mente in grado di provare compassione. E credo che quelle esperienze non siano state una punizione, ma un modo per prepararmi a servire in questo ruolo».

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