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Pirateria audiovisiva: maxi-operazione della Polizia Postale

La procura di Catania ha sottoposto a indagine 21 persone, sospettate di appartenere a un network criminale transnazionale, e bloccato diversi siti streaming
Credit: Nicholas Ng  

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22 dicembre 2023 Aggiornato alle 07:00

La Polizia Postale, attraverso il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania, ha condotto un’estesa operazione per contrastare la pirateria audiovisiva su tutto il territorio nazionale, portando al blocco di diversi canali streaming e mettendo sotto indagine 21 persone, sospettate di appartenere a un network criminale transnazionale.

L’operazione è stata portata avanti dai Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale, che hanno effettuato numerose perquisizioni nelle città di Catania, Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari, dove i 21 soggetti indagati operavano.

La Procura di Catania ha contestato a vario titolo diversi reati come l‘associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, l’accesso abusivo a un sistema informatico e la frode informatica.

Queste indagini hanno comportato il blocco immediato del flusso illegale delle Iptv e dei siti live streaming delle più note piattaforme televisive, che ri-condividevano materiale protetto dal copyright.

Grazie anche al diretto coordinamento con il Servizio Polizia Postale di Roma, le indagini dirette dalla Procura distrettuale del capoluogo etneo hanno permesso di individuare “l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero, avente come finalità la costante distribuzione, a un elevatissimo numero di utenti, in ambito nazionale e internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive quali a esempio Sky, Dazn, Mediaset, Amazon prime, Netflix ,attraverso il sistema delle IPTV illegali, con profitti mensili per svariati milioni di euro”, ha sottolineato la Procura.

Queste condotte illecite sono continuate per un lungo periodo e gli indagati hanno utilizzato diversi stratagemmi per eludere le indagini giudiziarie, facendo uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e una serie di documenti falsi per depistare la Polizia Postale, utilizzati per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito o di abbonamenti televisivi e il noleggio di server informatici per sostenere il network online.

Di fronte al successo delle indagini, la società Sky Italia ha voluto esprimere soddisfazione per gli sforzi compiuti dalla magistratura e dalla polizia: «Congratulazioni alla Polizia Postale per questa nuova importante operazione antipirateria. Le forze dell’ordine hanno il nostro pieno sostegno nella loro attività di contrasto, che negli anni è diventata sempre più preziosa per garantire la legalità, a tutela di tutti coloro che fruiscono legittimamente dei loro contenuti preferiti. Contrastare questo fenomeno criminale è un impegno che ci coinvolge tutti e ora, grazie alla nuova legge antipirateria, possiamo farlo con ancora più efficacia», ha dichiarato Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia.

Si stima che in Italia nel 2021 la pirateria audiovisiva sia stata responsabile della perdita di 1,7 miliardi di euro di fatturato, con 716 milioni di euro di Pil e 319 milioni di entrate fiscali mancanti.

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