Ambiente

Inquinamento aviazione: il problema sono (anche) le scie di condensazione

In occasione delle vacanze di Natale, i cieli saranno più trafficati del solito: il Pianeta ne risentirà. Non solo per il carbonio bruciato nei motori, ma anche per le piccole nuvolette che si creano al passaggio di un aereo
Credit: jet dela cruz 
Tempo di lettura 3 min lettura
22 dicembre 2023 Aggiornato alle 10:00

Con il Natale alle porte, in tutto il mondo le persone sono pronte a chiudere i bagagli per partire e salire sopra un aereo che, però, incide non poco sul Pianeta. Infatti, l’aviazione è responsabile per il 3,5% del riscaldamento globale.

Secondo il rapporto del 2022 del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici (Ipcc), il principale problema relativo all’inquinamento aereo potrebbe non essere il carbonio bruciato nei motori; piuttosto, è da ricercare nelle nuvole sottili che si trascinano dietro i voli.

Le scie di condensazione sono nuvole che si formano quando i motori di aerei e jet sparano aria calda e particelle di fuliggine in sacche di aria fredda e umida nell’alta atmosfera. L’impatto riscaldante di una scia di condensazione dura solo poche ore prima che la nube si dissolva; ma se un aereo brucia carburante extra (producendo sempre le famose scie), la quantità in eccesso emessa rimarrà nell’atmosfera per secoli o più.

Alcune compagnie aeree, come American, Delta e Klm stanno iniziando a valutare se potrebbero ridurre il loro impatto sul riscaldamento reindirizzando un piccolo numero di aerei per volare leggermente più in basso o più in alto per evitare di creare scie di condensazione.

La riduzione delle emissioni di carbonio richiederà grandi investimenti in nuovi carburanti e nuovi modelli di aerei (oltre che decenni di attesa) Quindi, agli occhi di alcuni scienziati e compagnie aeree, evitare le scie di condensazione è una soluzione a breve termine.

«Questa è un’enorme opportunità per l’aviazione per ridurre il proprio impatto climatico, ma alla fine dobbiamo misurarlo con i giusti parametri e assicurarci che stiamo facendo del bene», ha affermato l’esperto di traporti e ambiente all’Imperial College di Londra Marc Stettler; perché in fondo, nessuno sa come verificare se questi sforzi raffredderanno effettivamente la Terra. Le compagnie aeree non sono ancora sicure su come evitare in fase di manovra le scie di condensazione.

Seppur con pareri discordanti, gli scienziati stimano che l’impatto delle scie di condensazione vada dall’8% al 57% del totale inquinante dell’aviazione (3,5%), anche se con ampi margini di errore.

Il problema con le scie è che le nuvole riflettono il calore del sole (di giorno) nello spazio, raffreddando la Terra. Ma, allo stesso tempo, riflettono anche il calore che si irradia (di notte) dalla superficie terrestre e lo rimbalzano verso il suolo e, quindi, il Pianeta si riscalda di notte.

Il rapporto Ipcc prevede che potrebbe volerci fino a un decennio prima che le compagnie aeree trasformino i loro software di pianificazione del volo. Secondo il documento del 2020 dell’Imperial College e della German Aereospace, reindirizzare l’1,7% dei voli potrebbe ridurre l’impatto riscaldante delle scie del 59%, bruciando solo lo 0,014% in più di carburante.

Indipendentemente da ciò che accade con le scie di condensazione, le compagnie dovranno comunque lavorare per ridurre le emissioni di carbonio attraverso carburanti sostenibili e aerei a idrogeno.

Leggi anche
Trasporti
di Alexandra Suraj 3 min lettura
Inquinamento
di Costanza Giannelli 4 min lettura