Ambiente

Inquinamento atmosferico: Milano e Roma sono fuorilegge

La quantità di biossido di azoto nell’aria milanese è preoccupante, soprattutto vicino alle scuole, suggeriscono le rilevazioni dell’associazione Cittadini per l’aria. Critici anche i livelli nella Capitale
Credit: IPA
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
26 luglio 2023 Aggiornato alle 16:00

I milanesi respirano biossido di azoto. Troppo biossido di azoto, in particolare vicino alle scuole, dove si registrano alcuni dei tassi di concentrazione più alti.

A dirlo sono i dati raccolti in circa 1.000 punti della città dai cittadini che hanno collaborato con l’associazione Cittadini per l’aria, integrati con quelli registrati dalle centraline Arpa. Secondo l’Unione europea la concentrazione di NO2 non dovrebbe superare i 40 mg/m³, anche se il limite medio su base annua è in via di revisione.

Secondo l’Oms, invece, dovrebbe attenersi sotto i 10 mg/m³ di media su base annua e 25 mg/m³.

A Milano, la media è di 47 microgrammi per metro cubo d’aria e in alcuni punti supera i 60 mg/m³.

Questo inquinante, infatti, spiega l’associazione, “oltre a essere di per sé responsabile di decine di migliaia di morti premature in Europa, contribuisce alla formazione di altri inquinanti pericolosi per l’uomo: il particolato fine (PM2.5) e, soprattutto nelle stagioni calde, l’ozono. È infine risaputo che a elevate concentrazioni di NO2 si accompagnano altri agenti tossici per la salute, come il black carbon e idrocarburi policiclici aromatici (IPA)”.

Sono le auto – in particolare quelle con motori diesel – le principali responsabili della diffusione del biossido di azoto nell’aria. Per questo, ha spiegato Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, al Corriere della Sera: «Area B e Area C non bastano. Bisogna ridurre le deroghe, eliminare il dispositivo MoveIn e soprattutto realizzare la città a 30 chilometri orari».

Sì, perché i livelli di inquinamento sono costantemente superiori alle soglie, anche quelle più alte, oltre le quali rappresentano un pericolo per la salute umana. E se la concentrazione di NO2 è critica nelle vie dello shopping e del Quadrilatero della moda – corso Buenos Aires e corso XXII marzo hanno registrato 61.3 microgrammi di biossido d’azoto per metro cubo, corso Magenta 52.7 e via Senato 62.4 – quello che è veramente preoccupante è la concentrazione di NO2 vicino alle scuole.

Secondo i rilevamenti condotti dal 4 febbraio al 4 marzo, infatti, che ha valutato la salubrità dell’aria nelle aree attorno alle scuole dove bambini e ragazzi trascorrono molte ore al giorno, i dati sono alti. Troppo alti. Come quelli dell’Istituto comprensivo Ciresola, dove il rilevatore più vicino (in va Brianza) ha registrato valori medi fino a 68.8 mg/m³.

Ma non si tratta dell’unico caso: anche il Tommaso Grossi di via Colletta (lato viale Umbria, 63.4 mg), l’Ermanno Olmi-Leopardi (lato via Bodio, 60.2) e Di Vona-Speri (via Porpora, 62.4) hanno registrato livelli estremamente altri, così come le scuole d’infanzia di viale Corsica 94 (57 mg/m³) e di via Venini 7 (55.9).

Ma anche il punto più critico della città – l’ingresso del tunnel di via Spoleto, sotto i binari della Stazione centrale – sebbene sia trattato come un caso a parte dagli stessi autori della ricerca, rappresenta un passaggio ciclopedonale che conduce a una scuola, da cui passano ogni giorno moltissime persone, e soprattutto tantissimi bambini.

La situazione, però, è critica anche a Roma, che secondo la scala cromatica della mappa di Cittadini per l’aria, che va dal verde al nero e assegna alla città di Milano un preoccupante arancione, con picchi rossi e bordeaux, è “brunito, come il biossido di azoto”, ma potrebbe essere verde.

Le rilevazioni dell’associazione hanno riscontrato che “la media mensile della città, per il monitoraggio del 2023, è stata di 42,69 μg/m³ rispetto ai 40 μg/m³ del 2020”. Quello che è particolarmente perturbante è il fatto che alcune vie del centro, che hanno registrato picchi di oltre 83 μg/m³ sono strade che dovrebbero essere a traffico limitato – “ma che purtroppo nella realtà non lo sono, così delineate e costantemente oggetto di deroghe e violazioni” – come Piazza Venezia (52.7 μg/m³) e via del Teatro Marcello (65.6 μg/m³), ai piedi del Campidoglio.

E neanche le scuole romane sono “porti sicuri”: sono circa 80 quelle monitorate in città, delle quali quasi il 40% si attesta su concentrazioni tra i 30 e i 40 μg/m³ e il 30% tra i 40 e i 50 μg/m³. La maggior parte supera quindi abbondantemente il valore limite indicato dall’OMS (10 μg/m³) a tutela della salute e anche quello di legge, fissato a 40 μg/m³.

Le cose, però, possono cambiare. Lo dimostra il caso di via Nino Bixio, dove è stata attivata una strada scolastica: allontanando il traffico dall’edificio, è stata registrata una media di circa 10 μg/m³ inferiore a quella misurata nelle strade alle estremità, dove ancora passano le auto.

Leggi anche
Ambiente
di Giacomo Talignani 3 min lettura
Emissioni inquinanti
di Fabrizio Papitto 3 min lettura