Diritti

Beyoncé accusata di aver schiarito la pelle

Dopo la première del nuovo film Renaissance, è scoppiata la polemica. La madre della cantante ha scritto un lungo post su Instagram contro i commenti razzisti che le hanno fatto “ribollire il sangue”
Credit: beyonce.com
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1 dicembre 2023 Aggiornato alle 19:00

I film di Beyoncé Knowles hanno tutti la stessa cifra stilistica: nel titolo compare la formula A film by Beyoncè. Era successo con Homecoming, la pellicola del 2019 che ha messo in scena la storica esibizione al Coachella 2018. È successo di nuovo con Renaissance, il nuovo attesissimo film (uscito oggi nei cinema statunitensi e il 21 dicembre uscirà in quelli italiani) che racconterà l’ultimo tour della cantante, da Stoccolma al Missouri, con scene registrate dietro le quinte.

L’ultimo docufilm ha già fatto molto parlare di sé dopo la première al Samuel Goldwyn Theatre di Los Angeles. La polemica è scoppiata perché dai social network diverse voci critiche hanno insinuato che Beyoncé (che si è presentata all’evento con una chioma biondo platino e uno dei suoi iconici abiti argentati) si fosse schiarita la pelle per l’occasione. “Sembra così bianca” ha scritto qualcuno, “non è una donna nera”, “ha nascosto le sue origini”, hanno aggiunto altri. La questione ha un collegamento stretto con il colorismo: la discriminazione che si basa unicamente sul colore della pelle di una persona.

Le critiche hanno fatto “ribollire il sangue” a Tina Knowles, la madre della cantante, che ha deciso di intervenire in sua difesa per mettere a tacere quei commenti da lei stessa definiti razzisti e frutto di ignoranza, stupidità e sentimenti di odio. In un lungo post pubblicato su Instagram ha scritto: “Fa un film intitolato ‘rinascita’, in cui il filo conduttore è l’argento con capelli d’argento, un tappeto d’argento, un dress code argento e voi imbecilli decidete che sta cercando di essere una donna bianca e sta sbiancando la sua pelle? Ma certo… Si è tinta i capelli d’argento per abbinarli al vestito, come dichiarazione di stile”.

La caption accompagna un video in cui la madre ha raccolto diverse immagini di Beyoncé, tutte dedicate alla sua brown skin girl. È il titolo di una famosa canzone di un album del 2019 ispirato al remake de Il re leone (The Lion King: The Gift) in cui Queen B ha omaggiato e rappresentato con orgoglio tutte le sfumature della pelle nera. “La tua pelle non è solo scura: risplende e racconta la tua storia” recita il testo.

Pensare che Beyoncé abbia voluto mostrarsi questa volta con le sembianze di una donna bianca è in contraddizione con tutta la sua storia e la sua carriera musicale. Da anni mostra sostegno al movimento Black Lives Matter chiedendo a chi la segue di contribuire a «cambiare e demolire un sistema razzista e ingiusto». Persino l’apparizione della figlia Blue Ivy nel video di Brown Skin Girl dava ancora più forza alla celebrazione della pelle nera.

“Ogni volta che fa qualcosa per cui si impegna al massimo, che rappresenta la sua etica del lavoro, il talento e la resilienza, ecco che spuntano fuori gli hater da ogni parte” ha protestato Tina Knowles nel suo post.

Non è la prima volta che una persona nera famosa viene accusata di whitewashing per un presunto sbiancamento della pelle. È capitato nel 2020 anche alle rapper americane Nicki Minaj e Lil’ Kim, che profetizzò «gli hater avranno sempre qualcosa da dire». Nel 2011 la rivista Vogue è finita al centro di un dibattito: alcune persone sostenevano che a Rihanna fosse stata schiarita la pelle nella postproduzione di un servizio fotografico. L’editor Alexandra Shulman rispose cinica: «Se la sua pelle sembra pallida, è probabilmente perché la luce del sole a Los Angeles quel giorno era molto forte».

La stessa Beyoncé si era già trovata in una polemica simile con una pubblicità L’Oreal del 2018 pubblicata in diverse riviste di moda. La società negò di aver alterato il tono della carnagione della cantante, ma la National Association of Black Journalists fece notare che i magazine sono influenzati dalla percezione secondo cui gli afroamericani con la pelle chiara sono più accettabili.

Per dirla con Tina Knowles, “come è triste che alcune persone portino avanti questa stupida narrazione”.

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