Ambiente

Guuud Niuuuz: il primo stadio full-electric (e altre cose belle)

Ogni settimana, 4 buone notizie green dal mondo che forse non conoscevi: per essere più “eco” e meno “ego”
Credit: New York City FC, released
Tempo di lettura 4 min lettura
1 dicembre 2023 Aggiornato alle 14:00

Oggi la crisi climatica-ambientale è una delle più gravi minacce e da tempo le istituzioni scientifiche e le organizzazioni ambientaliste lanciano allarmi sulle condizioni degli ecosistemi globali.

L‘aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento chimico e la perdita di biodiversità presentano dati e trend in peggioramento.

Esistono, tuttavia, anche progetti, piani di mitigazione e notizie positive che spesso passano in secondo piano. Se vuoi scoprire le belle notizie d’ambiente (dall’Italia e dal mondo), questa è la rubrica che fa per te.

Lo stadio full-electric

La società New York City Football Club (Nycfc) ha annunciato il progetto per la costruzione del nuovo stadio di calcio a Willets Point, nel distretto Queens della città di New York, che diventerà il primo impianto sportivo calcistico totalmente elettrico, alimentato dalle fonti rinnovabili e costruito secondo criteri eco-sostenibili.

«Questo stadio di calcio e il progetto più ampio di Willets Point trasformeranno una parte del Queens che ha una lunga e difficile storia di degrado ambientale», ha affermato il consigliere comunale Francisco Moya.

Questo risultato verrà raggiunto con l’installazione dei pannelli solari sul tetto dello stadio, l’integrazione dei vari sistemi interni per evitare gli sprechi e un impianto di raccolta dell’acqua piovana che verrà riutilizzata per l’irrigazione. Inoltre il progetto di sviluppo del quartiere fornirà anche 2.500 unità abitative, una scuola pubblica da 650 posti e dei nuovi spazi pubblici all’aperto.

Il primo volo “green”

Un importante passo verso la transizione sostenibile è avvenuto negli Stati Uniti dove è atterrato per la prima volta all’aeroporto Jfk di New York, dopo un volo transatlantico partito dal Regno Unito, il primo aereo passeggeri alimentato dai Sustainable aviation fuels (Saf).

Il Boeing 787 della compagnia aerea Virgin Atlantic ha fatto un uso integrale dei nuovi carburanti alternativi, a ridotte emissioni, imbarcando 50 tonnellate di Saf con l’88% derivato da grassi di scarto e il restante dagli scarti della produzione di mais degli Stati Uniti.

Secondo l’amministratore delegato Shai Weiss il volo «ha dimostrato che il carburante di origine fossile può essere sostituito con un sustainable aviation fuel. È davvero l’unico percorso per decarbonizzare l’aviazione a lungo raggio, oltre ad avere la flotta più giovane del cielo. È un risultato davvero epocale». Il volo è stato sperimentale e non ha avuto a bordo passeggeri paganti, ma rappresenta un salto in avanti verso la decarbonizzazione del settore aeronautico.

Il salvataggio del rinoceronte di Sumatra

Gli sforzi per salvare il rinoceronte di Sumatra (dicerorhinus sumatrensis) hanno registrato un successo nella Sumatran Rhino Sanctuary (Srs), area che fa parte Way Kambas National Park presente sull’isola indonesiana di Sumatra.

Un cucciolo sano di rinoceronte ha visto la luce il 25 novembre grazie a un esemplare femmina nata in cattività, segnando un passo importante verso la conservazione di una specie a rischio di estinzione. «Il programma di allevamento del rinoceronte di Sumatra non è mai stato in una posizione migliore. Due anni fa c’era solo una coppia di rinoceronti di Sumatra in cattività al mondo in grado di produrre con successo della prole. Ora ci sono 3 coppie – 6 rinoceronti – che sono allevatori funzionali. Questa è una combinazione migliore per la sopravvivenza a lungo termine di questa specie», ha dichiarato Nina Fascione, direttrice esecutiva della International Rhino Foundation (Irf).

Le piante assorbono più CO2

Un’interessante scoperta scientifica ha rivelato che le piante potrebbero assorbire più gas alteranti del previsto, contribuendo maggiormente alla lotta contro la crisi climatica. Questa importante novità è emersa grazie al gruppo di ricerca dell’Hawkesbury Institute for the Environment della Western Sydney University, che ha elaborato dei modelli ecologici più realistici. «Questo tipo di previsioni hanno delle implicazioni per le soluzioni basate su metodi naturali come la riforestazione e l’imboschimento e sulla quantità di carbonio che tali iniziative possono assorbire. I nostri risultati suggeriscono che questi approcci potrebbero avere un impatto maggiore nel mitigare il cambiamento climatico e su un periodo di tempo più lungo di quanto pensassimo. Tuttavia, piantare semplicemente alberi non risolverà tutti i nostri problemi. Dobbiamo assolutamente ridurre le emissioni di tutti i settori», ha sottolineato la professoressa Silvia Caldararu.

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