Diritti

Australia: arrestati 100 attivisti per il clima, tra cui 5 minori

C’è anche un reverendo di 97 anni tra i manifestanti che hanno organizzato un “blocco galleggiante” nel porto di Newcastle per chiedere al Governo di porre fine alla dipendenza dalle esportazioni fossili
Credit: instagram.com/@risingtide.aus
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
28 novembre 2023 Aggiornato alle 16:00

Per più di un giorno hanno bloccato il porto di Newcastle, in Australia, che esporta in media 165 milioni di tonnellate di carbone all’anno. Lo hanno fatto a bordo di kayak, piccole barche a remi, gommoni. Armati di cartelli e bandiere, attivisti e attiviste di tutte le età hanno remato nel bel mezzo del porto di carbone più grande del Paese, circa 160 km a nord di Sydney. E poi sono stati arrestati.

Le autorità australiane avevano approvato il blocco galleggiante a condizione che durasse solo 30 ore, dalle 10:00 di sabato mattina fino alle 16:00 di domenica (ora locale). Ma, una volta scaduto il termine, gli attivisti si sono rifiutati di lasciare l’acqua. Alexa Stuart, portavoce del gruppo Rising Tide, che ha organizzato la protesta, ha dichiarato: «Oltre 100 persone, tra cui la più giovane di 15 anni e la più anziana di 97, rimangono in acqua e rischiano l’arresto». E gli arresti sono arrivati: 109, secondo il gruppo di protesta, inclusi 5 minori.

Tra le persone in manette, anche il 97enne reverendo Alan Stuart, della Uniting Church, che ha partecipato per impedire disastri climatici per i suoi «nipoti e le generazioni future perché non voglio lasciare loro un mondo pieno di disastri climatici sempre più gravi e frequenti». Secondo Rising Tide si tratta dell’australiano “più anziano” mai arrestato in relazione a una manifestazione sul cambiamento climatico.

Il sito di news australiano Abc News afferma che 2 persone, John Wurcker, 65 anni, e Isaac Leonard, 23 anni, sono state multate: lunedì 27 novembre, davanti al tribunale locale di Newcastle, i 2 si sono dichiarati colpevoli di aver condotto una nave in modo da interferire con il traffico marittimo. Wurcker ha spiegato alla Corte il motivo della sua partecipazione alla protesta: «Siamo ormai prossimi alla catastrofe del cambiamento climatico». La giudice Janine Lacy lo ha multato per 650 dollari australiani (circa 392 euro). Leonard, per via delle finanze limitate, dovrà pagare 600 dollari australiani (circa 361 euro). Gli altri manifestanti compariranno in tribunale a gennaio, secondo Abc News. I 5 bambini arrestati sono stati trattati in base al Young Offenders Act, la legge sui giovani criminali.

Rising Tide ha dichiarato che continuerà a protestare finché il Governo statale e quello federale non faranno di più per affrontare i cambiamenti climatici. «Questa è la scelta che stiamo dando al Governo», ha dichiarato un altro portavoce del gruppo, Zack Schofield, in riferimento al blocco galleggiante: «O fate il vostro lavoro e affrontate l’industria che sta causando la crisi, o la gente continuerà a mettersi in situazioni come questa». È dal 2016 che il gruppo conduce questo blocco, e non è la prima volta che la protesta si svolge a Newcastle.

Chris Minns, premier del Nuovo Galles del Sud, dove sorge Newcastle, non ha appoggiato i manifestanti: «Non sono d’accordo, preferirei che non accadesse, abbiamo venduto 40 miliardi di dollari di carbone l’anno scorso e ne abbiamo bisogno se vogliamo passare la nostra economia alle energie rinnovabili». Lo scorso anno il porto ha promesso di essere alimentato interamente da energie rinnovabili entro il 2040. Una settimana fa il Governo di Anthony Albanese ha annunciato che amplierà il programma di investimenti per progetti di energia rinnovabile, riporta il Guardian. Tuttavia, da quando è in carica, ha approvato 4 nuove miniere di carbone o ampliamenti.

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