Diritti

New York ha un problema con le violenze degli homeless con disturbi mentali

Il New York Times ha analizzato le cause principali degli attacchi commessi da persone senzatetto con problemi psichici: l’inchiesta del quotidiano attribuisce le responsabilità agli errori delle autorità locali e statali
Credit: Pontus Wellgraf
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18 dicembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Da anni New York, la città dalle “mille luci” narrata da Jay McInerney che vorrebbe essere la perfetta incarnazione dell’american dream, convive con un dramma di attacchi e violenze commesse da persone con disturbi psichiatrici che vivono senza fissa dimora. Ci sono più di 200.000 residenti a New York con gravi problemi di salute mentale; la metà non segue alcun programma terapeutico e circa il 5% è senzatetto. Ciò vuol dire 13.000 persone che soffrono di schizofrenia, depressione maggiore, disturbi bipolari o altre malattie mentali e che trascorrono regolarmente le loro notti accampati in un angolo della metropolitana, sulla strada o in luoghi di ricovero temporaneo.

I casi di violenze riconducibili a queste persone sono piuttosto rari, ma ogni volta che accadono scuotono la coscienza comune. Nel 2016 Ana Charle, la direttrice di un ricovero per senzatetto nel Bronx è stata uccisa da un ex residente che ha anche abusato di lei sessualmente. A gennaio 2022, Michelle Go è stata spinta sui binari della metropolitana: è morta schiacciata da un vagone. L’uomo che l’ha uccisa era stato appena dimesso da un ospedale statale dove gli psichiatri, nonostante fosse già stato ricoverato in psichiatria decine di volte, si erano convinti che stesse soltanto fingendo di essere malato.

L’inchiesta del New York Times, durata oltre 1 anno, ha scavato a fondo per capire le dinamiche sottostanti ai casi di violenze di questo tipo. Ne è emerso un quadro sconfortante, sempre uguale, di errori e carenze delle autorità locali e statali tenuti nascosti agli occhi dell’opinione pubblica.

Quasi tutti i sindaci della città hanno provato a confrontarsi con questi problemi. Il dem Bill de Blasio ha stanziato un programma per la salute mentale da quasi 1 miliardo di dollari e, durante i mesi della pandemia, ha dato rifugio ai senzatetto negli hotel della città, scatenando lo scontento dei newyorkesi.

Problema non risolto

L’anno scorso il sindaco Eric Adams ha autorizzato l’ospedalizzazione forzata degli homeless che per strada o in metropolitana danno segnali di malattia mentale, anche se non rappresentano alcun pericolo. Una mossa criticatissima, che ricorda la politica di fine anni ’90 di Rudy Giuliani di “ripulire” la città, con le forze dell’ordine che costringevano gli emarginati a radunarsi nei quartieri del Bronx e del Queens. Mentre in questo caso possono decidere arbitrariamente chi sottoporre a ricovero coatto.

Nessuna di queste misure ha colto nel profondo le falle del sistema. Su 130 casi noti, i giornalisti del Nyt hanno individuato negli ultimi 10 anni 94 episodi di violenze precedute ogni volta, come nel tragico omicidio di Michelle Go, da una qualche rottura della rete di assistenza pubblica. Una rete composita, dopo la chiusura statale dei manicomi nel 1960, con ricoveri per senzatetto, ospedali e team di assistenti specializzati che sono restii a condividere tra loro le informazioni e tendono ad avere un approccio alle cure estremamente circoscritto. Anche perché i programmi cittadini e quelli statali non ricevono i fondi adeguati.

Quali sono stati gli errori?

Innanzitutto, la gestione del sistema dei ricoveri per senzatetto (dove le crisi con episodi violenti sono state più frequenti) e l’incapacità di assegnare le persone con disturbi mentali in spazi a loro dedicati. Ma anche l’endemica mancanza di letti nei reparti psichiatrici degli ospedali pubblici e privati, dove sono stati dimessi incautamente diversi pazienti in stato di evidente schizofrenia, delirio o allucinazione sfociati in atti di violenza estrema.

Gli ospedali privati hanno ridotto il numero dei letti a disposizione per contenere i costi, mentre gli ospedali pubblici sono invasi ogni anno da quasi 50.000 pazienti psichiatrici che non sanno come curare. In totale i letti a disposizione a New York sono circa 2.700 (nel 2010 erano più di 2.900) e la permanenza per lunghi periodi è scoraggiata da politiche federali che hanno ridotto le quote di costi rimborsati dalle assicurazioni e dal programma Medicaid.

Anche per questo, secondo le ricostruzioni del Nyt, l’obbligo di stabilizzare le persone con disturbi mentali prima delle dimissioni è stato più volte violato. Con conseguenze in molti casi drammatiche non solo per i pazienti, ma anche per i familiari e le persone che per caso, proprio quel giorno, si sono trovate sul loro cammino.

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