Bambini

Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia: i bambini sono le prime vittime dei conflitti

Secondo Unicef, in Palestina oltre 4.600 minori sono stati uccisi; in Sudan, più di 3 milioni sono in fuga a causa delle violenze mentre in Ucraina i più piccoli sono costantemente esposti a rapimenti e sfruttamento sessuale
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20 novembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Oggi, 20 novembre, si celebra la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, evento che coincide con l’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza firmata nel 1989. Tra le organizzazioni che si sono mobilitate, l’Unicef, che ha decido di mettere al centro l’importanza del diritto alla pace: un tema che, considerato il contesto globale, è di straordinaria rilevanza.

«Quest’anno più che mai sentiamo forte il bisogno di dedicare la giornata al diritto alla pace. I bambini non hanno alcuna responsabilità nei conflitti e non possono fermarli, hanno solo bisogno di pace. È pertanto necessario che immaginiamo un futuro in cui i bambini possano crescere e realizzarsi» ha affermato Carmela Pace, Presidente di Unicef Italia.

Le iniziative Unicef

In occasione di questa giornata, Unicef Italia ha lanciato diverse iniziative per sensibilizzare il pubblico e promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Una di queste, per esempio, è Go Blue, realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani: oltre 200 Comuni hanno aderito, illuminando di blu monumenti ed edifici come gesto simbolico per ricordare che ogni diritto dei bambini deve essere garantito e attuato.

Anche le scuole sono coinvolte: grazie al programma Scuola Amica dei Bambini, circa 900 istituti sono stati invitati a dedicare momenti di approfondimento ai diritti dei bambini, con particolare attenzione all’articolo 38 della Convenzione, che afferma il diritto di ogni bambino di essere protetto dalla guerra.

I media faranno la loro parte attivamente: quest’oggi, nella puntata speciale del programma di Rai Yoyo, La posta di Yoyo, che andrà in onda alle 17:00 sul canale 42, Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, trasmetterà un messaggio dedicato ai diritti dei bambini, con un focus particolare sul diritto alla pace.

L’impegno delle aziende non è da meno. Nella giornata di oggi, infatti, alcune aziende che aderiscono al programma Impresa Amica promuoveranno messaggi celebrativi sui propri canali LinkedIn, mentre nei negozi Brico Io, azienda partner di Unicef, i dipendenti indosseranno speciali pettorine blu a sostegno dell’organizzazione.

La settimana di celebrazioni, ricchissima di eventi, si concluderà a Napoli il 24 novembre con un convegno, durate il quale sarà presentato il rapporto Crescere in aree interne – Le esperienze di vita di bambini, bambine e adolescenti nel contesto del Cilento Interno.

Bambini tra guerre ed emergenze dimenticate

In occasione della Giornata, Unicef ha lanciato anche il brief Bambini tra guerre dimenticate ed emergenze. Il focus, in particolare, si concentra sui 6 Paesi più colpiti da conflitti e violenze: Palestina e Ucraina, al centro dell’attenzione mediatica, ma anche Siria, Yemen, Sudan e Haiti, emergenze “dimenticate”.

Secondo i dati, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania sono teatri di una delle crisi più letali degli ultimi anni. Nel periodo che va dal 7 ottobre al 15 novembre, si stima che oltre 4.600 bambini siano stati uccisi e oltre 9.000 feriti in Palestina, mentre in Israele 33 bambini hanno perso la vita. La situazione è critica anche in Cisgiordania, con 45 bambini uccisi; circa 1,5 milioni, nel complesso, sono le persone sfollate, metà delle quali sono minori.

Haiti, già alle prese con una storia complessa di povertà e instabilità politica, continua a fronteggiare sfide umanitarie crescenti: circa 2 milioni di persone, tra cui 1,6 milioni di donne e bambini, vivono in aree controllate da gruppi armati. In questo scenario, i più piccoli sono vittime di violenze, feriti durante gli scontri e forzati a reclutamenti; donne e ragazze subiscono livelli estremi di violenza di genere e sessuale, creando una crisi umanitari senza precedenti.

Dopo 12 anni di conflitto e devastanti terremoti, la Repubblica Araba Siriana sta affrontando una situazione molto complessa: oltre il 60% della popolazione necessita di assistenza a causa della crisi economica, delle ostilità continue, degli sfollamenti e delle infrastrutture pubbliche distrutte. La situazione è particolarmente critica nella Siria nordoccidentale, dove oltre il 90% delle famiglie vive in povertà e il 55% è in condizioni di insicurezza alimentare.

In Sudan la guerra ha portato alla più grande crisi di bambini sfollati al mondo: con oltre 3 milioni di minori in fuga a causa delle violenze, la situazione è allarmante. La popolazione sfollata, nel complesso, supera i 4,4 milioni di persone, e la preoccupazione cresce con l’intensificarsi dei combattimenti.

Anche se ormai fuori dall’attenzione mediatica, anche in Ucraina due terzi dei bambini sono costretti a abbandonare le loro case e sono costantemente esposti ad abusi, rapimenti e sfruttamento sessuale. Con 10,9 milioni di persone in fuga la situazione è critica: circa 2,3 milioni di minori necessitano di aiuto fuori dall’Ucraina, mentre altri 4,1 milioni richiedono assistenza umanitaria all’interno del Paese.

Infine, lo Yemen è alle prese con una convergenza devastante di conflitto, collasso economico e un sistema di sostegno sociale paralizzato. Qui, oltre 4.000 bambini sono stati reclutati e utilizzati nelle ostilità, con oltre 900 attacchi a strutture scolastiche e sanitarie. Altrettanto critica è la situazione nei campi per sfollati, dove sono oltre 2,3 milioni i bambini privati di servizi essenziali.

In ogni angolo del mondo, dunque, ci sono “piccoli umani” intrappolati in situazioni disperate. Ecco perché la giornata di oggi è importante. Ma non può ridursi a mera ricorrenza: c’è bisogno di aiuti e interventi concreti.

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