Diritti

Femminile a chi?

Mi sento dire: “La Svolta è un quotidiano femminile” perché la direttrice è donna e la redazione è quasi tutta composta da donne. Qualcuno penserebbe mai di dire a un direttore che fa un maschile perché a dirigere il giornale è un uomo? Non sminuiamo le innovazioni, ghettizzandole con aggettivi sapientemente sbagliati.
Da sinistra, Laura Marsala - public editor del giornale - e poi le giornaliste Caterina Tarquini e Chiara Manetti. Con gli occhiali e la maglia a scacchi, la direttrice Cristina Sivieri Tagliabue. Alla sua destra Maria Michela D'Alessandro, giornalista. Nella foto mancano la caporedattrice Sara Peggion, la public editor e attrice Valentina Melis, i giornalisti Valeria Pantani e Riccardo Liguori. Un giorno, faremo una foto tutte insieme, anche con le nostre designer Vittoria Cipriani e Ines Ivkovic.
Da sinistra, Laura Marsala - public editor del giornale - e poi le giornaliste Caterina Tarquini e Chiara Manetti. Con gli occhiali e la maglia a scacchi, la direttrice Cristina Sivieri Tagliabue. Alla sua destra Maria Michela D'Alessandro, giornalista. Nella foto mancano la caporedattrice Sara Peggion, la public editor e attrice Valentina Melis, i giornalisti Valeria Pantani e Riccardo Liguori. Un giorno, faremo una foto tutte insieme, anche con le nostre designer Vittoria Cipriani e Ines Ivkovic.
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
5 marzo 2022 Aggiornato alle 07:00

Quando Antonia Klugmann, nel 2014, ha aperto il suo ristorante l’Argine a Vencò nel piccolo paesino di Dolegna del Collio nel Friuli Venezia Giulia, qualcuno ha forse pensato fosse un ristorante per sole donne? E quando l’italianissima Maria Grazia Chiuri è diventata creative director del francese Dior, il marchio d’un tratto s’è destinato alla moda femminile? E ancora, quando Veronica di Quattro ha iniziato a guidare DaZn, il canale è diventato un progetto sportivo dedicato alle donne?

Beh, non credo.

E tuttavia capita spesso, di sentire, a due mesi dalla sua nascita, persone parlare de La Svolta come a un femminile. Perché? Dicono, perché diretto da una donna, ed è a maggioranza femminile. Le redattrici sono per la maggior parte donne. Le collaboratrici. Le designer. Ecco, in occasione dell’8 marzo consentitemi di ribellarmi a questo luogo fin troppo comune che permea persone lontane e, quel che più preoccupa, vicine. Che guardando a un nuovo quotidiano diretto da una donna immediatamente pensano al femminile, parlano di femminile, definiscono un femminile.

Vorrei ribellarmi con garbo ma con decisione e rispondere una volta per tutte a chi, magari per sminuire il progetto editoriale, si permette di parlarne come “una cosa che piace alle donne”. Un modo per dire: è meno approfondito, è più leggero, è meno impegnato, è meno di qualità. Ma perché? Perché è più curato graficamente degli altri giornali? Mi sentirei di dire, se gli altri quotidiani non hanno mai pensato a selezionare le foto e a dare un’identità piacevole e fruibile al progetto editoriale, non per questo avremmo dovuto non curarlo, noi.

E poi, per curiosità, sulla questione femminile, vale la regola contraria? Per caso qualcuna o qualcuno ha mai affermato che testate dirette da uomini (non faccio nomi perché sono quasi tutte, dirette da uomini) fossero dei maschili? Seppur utilizzassero toni, modi, rubriche, interessi, articoli, firme, fotografie più amate da uomini che donne, a qualcuno mai è venuto in mente che fossero maschili? Chi, parlando con il direttore, ha affermato: che bel maschile che hai fatto! Beh, con me invece più di una persona ha detto “che bel femminile”.

Ecco. Risposta sbagliata. La Svolta è un quotidiano che si occupa di diritti, di ambiente e di economia, e futuro. In queste 9 settimane di lavoro incessante il giornale ha coperto temi tecnici, scientifici, economici e ambientali. Non solo, ha trattato di guerre, pandemie, carri armati, ricerche scientifiche, scoperte genetiche, politica, astronomia, geopolitica, agricoltura, peste suina, startup, generazione Z e letteratura. Non abbiamo trattato, invece, questioni di trucco e parrucco. Anche se potremmo tranquillamente farlo, e tuttavia non per forza essere tacciate di “femminile”. Anche gli uomini si truccano e parruccano oggi.

Ma La Svolta non è un quotidiano per sole donne, è un quotidiano per uomini e donne e per tutti. È stato pensato non intorno a un target, ma intorno a informazioni e approfondimenti che possono interessare le persone, a prescindere. La Svolta è un quotidiano che utilizza un linguaggio contemporaneo e rispettoso. O almeno ci prova. Punto. Abbiamo già, e per questo ringrazio chi ci legge, un pubblico molto diversificato e cerchiamo di trattare le notizie, e le minoranze, e i diritti, con attenzione. Con quella attenzione che forse molti giornali non destinano alle persone che non contano, relegando questioni per noi centrali negli angoletti, negli allegati, e mettendo in bella vista spettacoli o cani e gatti (quelli sì, fanno sempre audience, e lo sappiamo).

Per favore, non ghettizzate anche questo progetto editoriale mettendolo nell’angolo delle “cose di donne”. Non è questo il progetto editoriale, non è questo il modo corretto, se volete sminuire quello che stiamo cercando di portare avanti: una cultura giornalistica diversa, aperta, inclusiva, e un’informazione seria, professionale, ponderata.

Questo è quanto. Non basta?