Città

Roma, tavoli all’aperto e movida: lo sciopero del 18 novembre

Il Governo ha prorogato la concessione dei dehors fino alla fine del 2024, ma alcuni quartieri si oppongono: «Nessuna attenzione al tessuto dei centri storici» ha dichiarato il presidente del comitato Rione Monti
Credit: Zieben
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10 novembre 2023 Aggiornato alle 10:00

La Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agro-alimentare del Senato, su impulso del Governo, ha autorizzato l’emendamento “De Priamo” al Ddl concorrenza, che posticiperà la data di conclusione del regime semplificato per dehors e tavolini all’aperto alla fine dell’anno 2024. La proroga è il nuovo atto di una soluzione temporanea che era stata approvata durante la pandemia di Covid-19 per sostenere il settore economico legato alla ristorazione.

Secondo il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Massimo Bitonci, rappresentante del Governo per il provvedimento in questione, la proroga è una misura economica necessaria: «Bene l’approvazione. Le concessioni per le occupazioni di suolo pubblico sono state provvidenziali per incrementare i guadagni durante il periodo pandemico e continuano a esserlo per i nostri esercenti di bar e ristoranti. La proroga è un importante segnale di supporto ai tanti esercizi commerciali».

Un’opinione ribadita con fermezza dal senatore di FdI Andrea De Priamo, prima firma dell’emendamento, che sottolinea la volontà di «mantenere in vita un modello di consumazione ai tavoli all’aperto che, complice anche la situazione climatica, si è ormai stabilizzato nelle abitudini dei fruitori di queste attività. Fratelli d’Italia sta contestualmente lavorando per un disegno di legge che renda questa esperienza stabile e non più emergenziale, fermo restando il rispetto delle norme di sicurezza e del codice della strada e il contrasto di ogni forma di abusivismo».

La decisione di permettere l’occupazione del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti ha trovato l’approvazione degli esercenti, soprattutto delle grandi città, come ha dichiarato Claudio Pica della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio: «Ringraziamo l’impegno della maggioranza e di Fratelli d’Italia, che ha accolto le istanze della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. Con l’emendamento approvato auspichiamo che i tanti Comuni italiani e le amministrazioni comunali (tra cui Roma Capitale) sfruttino il tempo a disposizione per emanare nuovi regolamenti in materia, norme funzionali alla città, agli operatori e alle esigenze del turismo».

Ma allo stesso tempo ha suscitato numerose proteste da parte dell’opposizione politica, soprattutto quella delle amministrazioni locali, dei cittadini e delle cittadine stanchi della mancanza di parcheggi e della viabilità modificata. « on c’è alcuna certezza sul ripristino delle regole e lascia invece ampio spazio a possibili abusi che incidono sulla vivibilità della città ha affermato la senatrice Cecilia D’Elia del Partito Democratico.

Il Comune di Roma, che aveva manifestato di non essere favorevole alla proroga soprattutto tramite l’assessora al Commercio Monica Lucarelli, dovrà ora sottostare alla legislazione governativa modificando il regolamento sul commercio, con inevitabili ripercussioni sulle norme per limitare la movida e i suoi effetti negativi.

Una situazione che negli ultimi anni ha esasperato numerosi abitanti della Capitale, in particolare quelli del centro storico, di Monti, di Trastevere, di Prati e Borgo, che hanno annunciato di essere pronti a manifestare il 18 novembre contro la decisione del Governo e di voler coordinarsi con i comitati cittadini di altre grandi città. «È veramente un delirio. Non c’è nessun motivo reale per dare una proroga, l’emergenza ormai è finita. Un altro assurdo è che questo è un provvedimento a livello nazionale, senza nessuna attenzione al tessuto dei centri storici, tema sul quale dovrebbero deliberare i Comuni» ha ammonito Nicola Barone, presidente del comitato Rione Monti.

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