Ambiente

Riciclatore di cannucce e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
Tempo di lettura 6 min lettura
6 novembre 2023 Aggiornato alle 16:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Riciclatore di cannucce ecologiche

Il riciclatore di cannucce ecologiche è un’invenzione di alcuni studenti coreani, nata per produrre cannucce utilizzando filamenti ecologici di acido polilattico ecologico, un materiale che conserva le stesse proprietà della plastica pur essendo sostenibile.

Negli ultimi anni, a causa dell’impatto della plastica sull’ambiente, le cannucce di carta sono diventate l’alternativa più utilizzata in bar e locali. Tuttavia, queste cannucce hanno molti svantaggi: dallo spreco di carta alla scarsa resistenza all’acqua, passando per la contaminazione del sapore delle bevande.

Per ovviare al problema, un gruppo di studenti coreani ha pensato di creare un macchinario in grado di produrre una cannuccia che fosse allo stesso tempo conveniente ed ecologica, ma anche resistente, utilizzando materiali filamentosi riciclabili ed ecologici di acido polilattico che possono essere facilmente riutilizzati per creare nuovi prodotti.

Come funziona il riciclatore di cannucce? Le cannucce di acido polilattico ecologico usate vengono immesse in una macchina per essere lavate e asciugate.

Una volta asciutte, vengono triturate e macinate e il prodotto finale viene fuso nuovamente attraverso un forte calore.

A questo punto, il filamento fuso viene immesso in uno stampo per fargli ottenere la forma desiderata e un sistema di raffreddamento lo solidifica, dando vita a nuove cannucce ottenute con materiale riciclato.

Con questo metodo, le cannucce ecologiche possono essere riciclate ciclicamente dopo ogni utilizzo, consentendo di ridurre notevolmente l’impiego di plastica o di carta e il loro impatto ambientale.

Flint Paper Battery

Le attuali batterie al litio sono altamente inquinanti, oltre che pericolose per la salute dell’uomo.

Nasce per questo motivo la Flint Paper Battery, una batteria che vuole porsi come un’alternativa sostenibile, economica e più sicura rispetto alle batterie convenzionali, con l’obiettivo di favorire una transizione verso l’energia verde, con batterie più ecologiche.

La Flint Paper Battery, infatti, è realizzata con materiali naturali e non tossici e ciò ne consente uno smaltimento compostabile a fine vita, dei costi di produzione ridotti e funzionalità di sicurezza avanzate.

Fondamentalmente, la batteria di carta di Flint segue la struttura fondamentale delle tradizionali batterie agli ioni di litio, comprendendo i quattro componenti usuali: l’anodo, il catodo, l’elettrolita e il separatore.

Tuttavia, ciò che distingue le batterie di carta di Flint dalla solita varietà è l’assenza di materiali come litio, nichel e cobalto nel loro design, sostituiti da carta di zinco, manganese, carta di cellulosa e idrogel per creare una batteria dal design rivoluzionario.

Combinando l’idrogel con la carta di cellulosa, infatti, l’azienda può creare carta di cellulosa rinforzata con idrogel, che può svolgere le funzioni sia di separatore che di elettrolita nelle batterie di Flint, mentre l’anodo e il catodo sono costruiti in zinco e manganese.

Tutto questo le rende compostabili e facilmente scomponibili in elementi non tossici in meno di un mese se sepolte nel terreno.

Il design flessibile di queste batterie consente l’adattamento a varie forme e applicazioni, rendendole versatili per usi diversi, pur essendo quasi 10 volte più economiche da produrre rispetto alle batterie agli ioni di litio.

In termini di funzionalità, attualmente una batterie sottilissima da 3x3 pollici può contenere una capacità di 300 mAh.

Funghi Espresso

Funghi Espresso è una start up nata da un iniziale progetto del 2013 avviato da Circular Farm, una fattoria urbana circolare con sede a Scandicci, in Toscana, che prevede la coltivazione di diverse specie di funghi a partire dai fondi di caffè recuperati dagli scarti dei bar limitrofi (gli spostamenti per recuperare i fondi avvengono tramite bici cargo elettriche) e impiegati come fertilizzanti naturali, valorizzando quello che per molti è uno scarto.

Il fondo del caffè, infatti, è un substrato perfetto per coltivare i funghi, perché contiene minerali e sostanze nutritive utili per la loro crescita: così, quello che per molti è un rifiuto, può diventare una straordinaria risorsa.

Con Funghi Espresso è possibile coltivare e produrre funghi con metodi che hanno un impatto ambientale praticamente pari a zero: la tecnica innovativa consiste nell’usare i fondi del caffè come substrato di coltivazione, unendolo al “seme” del fungo, tutto in modo completamente naturale e senza l’uso di prodotti chimici.

Avvalendosi dell’acquaponica e riscaldando le serre grazie all’energia ottenuta dalla fermentazione del compost, in Funghi Espresso i funghi vengono coltivati in verticale, su supporti sospesi, consentendo così anche una riduzione nell’uso del suolo rispetto alle coltivazioni tradizionali. E, dopo l’uso, il fondo del caffè può tornare nel suolo come compost organico.

Ogni mese, grazie al progetto di agricoltura circolare, vengono recuperate circa 2 tonnellate di fondi di caffè che vengono impiegate per produrre più di 200kg di funghi che, come racconta Antonio Di Giovanni, gestore della circular farm, risultano «più carnosi e profumati, con un aroma particolare e un’ottima resa in cottura rispetto a quelli che crescono sulla paglia, spesso maggiormente callosi».

Inoltre, molti studi condotti attestano che i funghi cresciuti su fondi di caffè assorbono una maggiore quantità di sostanze antinfiammatorie e antibatteriche, come i polifenoli e l’acido clorogenico e contribuiscono, quindi, a rafforzare l’organismo.

Leggi anche
Sostenibilità
di Alexandra Suraj 3 min lettura
Sostenibilità
di Alexandra Suraj 3 min lettura