Ambiente

L’Europa vuole ridurre le microplastiche da pellet

La Commissione Ue sta valutando un nuovo regolamento per contrastarne il rilascio fino al 74% entro il 2030
Credit: MediaPrint  

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17 ottobre 2023 Aggiornato alle 20:00

L’inquinamento delle microplastiche è uno dei più pervasivi e dannosi a livello mondiale, dato il nostro elevatissimo consumo di materie plastiche.

Uno dei materiali che pone maggiori problemi è il pellet da plastica, materia prima utilizzata nei processi industriali per la produzione degli oggetti in plastica.

Spesso durante la fase di produzione o di trasporto dei prodotti avvengono delle perdite che disperdono queste componenti nell’ambiente circostante. Ogni anno si stima che vengono rilasciate involontariamente negli habitat naturali tra le 52.000 e le 184.000 tonnellate di microplastiche di pellet, dalle dimensioni fino a 5 mm.

Di fronte a questa problematica, la Commissione europea si è attivata proponendo una nuovo regolamento per abbattere e prevenire l’inquinamento prodotto da questi materiali, che dovrebbe portare a una riduzione di questi pellet del 74% entro la fine del decennio.

Complessivamente questa misura contribuirebbe alla riduzione generale delle microplastiche europee del 7%.

«La proposta odierna segna un passo importante nella lotta all’inquinamento da microplastiche. Affrontare il rilascio involontario di pellet di plastica risolve un problema serio non solo per il nostro ambiente ma anche per la nostra salute, e ci aiuta a raggiungere l’ambizione di inquinamento zero del Green Deal europeo», ha dichiarato il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo Maros Sefcovic.

Il pericolo di questi materiali deriva dalla loro persistenza nel tempo e presenza in ogni luogo del Pianeta, alterando l’ecosistema e minacciando la fauna.

I pellet di plastica sono stati trovati anche nei luoghi più remoti del mondo e spesso vengono consumati da diverse specie animali come tartarughe marine, uccelli marini e molluschi, che rischiano di morire per aver ingerito questi prodotti.

Anche gli esseri umani, la cui dieta alimentare comprende il pescato, finiscono per essere esposti ai danni delle microplastiche.

Da tempo la comunità scientifica ha lanciato diversi allarmi sull’impatto di questi materiali sulla salute umana, che con il tempo si accumulano nel corpo passando nei polmoni e nel flusso sanguigno: «Grandi parti del tratto respiratorio sono ricoperte da un sottile strato di cellule e solo poco muco, il che rende questa barriera più permeabile e vulnerabile del tratto gastrointestinale e della pelle. In tal caso il regolamento sarà più efficace del divieto di aggiungere intenzionalmente microplastica ai prodotti di consumo, che entrano principalmente in contatto con la pelle - che è una barriera protettiva e meno permeabile del corpo umano», ha sottolineato Eleonore Fröhlich, della Medical University of Graz.

Il regolamento della Commissione, che dovrà essere successivamente discusso dal Parlamento e dal Consiglio europeo, prevede una serie di regole per tutte le attività industriali ed economiche legate all’uso del pellet da plastica, che si dovranno conformare al nuovo regolamento entro 18 mesi dall’entrata in vigore.

Nel dettaglio, la proposta vuole invitare a adottare le migliori pratiche per gli operatori impegnati nel trattamento del pellet.

Inoltre sono previste la certificazione obbligatoria per le grandi aziende, vagliata da un ente indipendente, e le autodichiarazioni per le Pmi (sottoposte a pratiche meno stringenti), che verranno controllate dalle autorità competenti.

Infine sarà proposta una metodologia armonizzata per stimare le perdite e aumentare la consapevolezza dell’impatto delle varie lavorazioni sull’ambiente e sulla salute umana.

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