Economia

Parità di genere: Lombardia in prima linea per certificarla

Il bando da 10 milioni di euro Verso la certificazione della parità di genere ha già raccolto in soli sei mesi 380 adesioni da Pmi. Record di domande presentate a Milano
Credit: Cottonbro studio  

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5 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

La lotta contro la disuguaglianza di genere, anche sul luogo di lavoro, è una necessità impellente e, a giudicare dai numeri, la Lombardia lo sa bene.

Non a caso, durante l’ultimo evento organizzato da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, dal titolo In azienda la parità di genere fa la differenza, sono emersi risultati promettenti.

Il bando Verso la certificazione della parità di genere ha raccolto ben 380 domande in sei mesi (l’anno scorso, le aziende lombarde certificate erano 129).

Centinaia di realtà del territorio lombardo interessate a ridurre il divario di genere nella propria impresa, rispondendo al bando che mette a disposizione 10 milioni di euro a sostegno di micro, piccole e medie imprese.

È un ambizioso progetto quello lanciato da Regione Lombardia, che permetterà di ottenere la Certificazione della parità di genere: un riconoscimento che attesta l’impegno delle imprese nel promuovere la parità di genere, in termini retributivi e di opportunità di crescita professionale, ponendo particolare attenzione alla tutela della maternità e all’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Per ottenere la certificazione, vengono valutati gli interventi messi in atto dalle imprese su 6 aree di osservazione (ognuna delle quali con il proprio peso in percentuale): opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda (20%), equità remunerativa per genere (20%), tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (20%), cultura e strategia (15%), governance (15%) e processi HR (10%).

La valutazione viene effettuata attraverso l’uso di indicatori di performance (KPI), che solo al raggiungimento di una soglia totale minima del 60% permettono di guadagnare la certificazione.

In particolare, dei 10 milioni di euro previsti dal bando, 4 milioni sono destinati a finanziare servizi di consulenza specialistica per l’accompagnamento alla certificazione, mentre i restanti 6 milioni copriranno le spese sostenute dalle aziende richiedenti per ottenere la certificazione stessa.

Ma di questi, a oggi, sono stati richiesti solo 3 milioni di euro, di cui la metà da parte di piccole imprese. Seguono le medie imprese (32%) e le micro imprese (17%).

Attualmente, la maggior parte delle aziende ad aver presentato domanda di finanziamento appartiene al settore dei servizi (63%), seguito da industria (21%) e costruzioni (17%), con Milano in prima linea per il numero di domande presentate (139). A seguire Brescia (54 domande), Bergamo (40) e Varese (21).

La Regione Lombardia si fa, così, pioniera in Italia nel promuovere politiche a sostegno della parità di genere nel mondo del lavoro, posizionandosi come un esempio virtuoso a livello nazionale.

Ma il contrasto alla disuguaglianza di genere è una sfida cruciale che supera i confini dello Stivale, collocandosi in un contesto mondiale ben più ampio.

Secondo il Global Gender Gap del 2023, infatti, l’Italia è al 79° posto su 146 Paesi europei per uguaglianza di genere (prima era al 63°), principalmente a causa dello scarso ranking registrato nella partecipazione e rappresentanza delle donne in politica (passato dalla 40° alla 64° posizione).

Ma a lasciare a desiderare sono anche l’80° posto dell’Italia per parità salariale e il 93° posto per partecipazione della forza lavoro.

Il bando per ottenere la certificazione della parità di genere rimarrà aperto fino al 13 dicembre 2024: ogni domanda può fare la differenza per ridurre il gender gap nel nostro Paese.

Aziende lombarde, fatevi avanti.

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