Ambiente

Pioveranno polimeri? Le microplastiche sono anche nelle nuvole

Un team di ricercatori giapponesi ha analizzato l’acqua proveniente dalle nubi di Monte Fuji e Monte Oyama scoprendo la presenza di nove diversi tipi di polimeri. E avvertono: “Potenziali rischi per il clima e la salute”
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YIFEI CHEN  

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29 settembre 2023 Aggiornato alle 07:00

Negli ultimi settant’anni abbiamo alterato talmente tanto il Pianeta che ora un materiale prodotto dall’uomo, le microplastiche, è presente perfino nelle nuvole.

Minuscoli frammenti di plastica oggi si trovano praticamente ovunque sulla terra e nei mari: dalle profondità dell’oceano (come la Fossa delle Marianne) sino alle cime delle montagne, come l’Everest.

E chiaramente sono presenti “dentro di noi” spesso a conseguenza dei cibi che mangiamo (come i pesci e non solo): microplastiche sono state trovate dai polmoni sino al cervello negli esseri umani e le conseguenze, mentre proseguono decine di studi internazionali, sono ancora poco note.

Ora però un team di scienziati giapponesi, come pubblicato in uno studio sulla rivista Environmental Chemistry Letters, afferma che questi micro materiali composti da polimeri sono presenti persino nelle nuvole e, nel tempo, potrebbero influenzare persino alcuni fenomeni meteo.

Per affermarlo gli scienziati sono andati sul Monte Fuji e il Monte Oyama dove hanno raccolto l’acqua dalle nebbie intorno alle vette e con tecniche avanzate di “imaging” hanno determinato le proprietà fisiche e chimiche presenti nelle nubi superiori.

In totale sono stati trovati nove diversi tipi di polimeri, e anche particelle di gomma, nelle varie microplastiche analizzate dagli scienziati.

Per ogni litro di acqua proveniente dalle nuvole testata sono stati individuati tra i 6,7 e i 13,9 micro pezzi di plastica.

«Se il problema dell’inquinamento atmosferico causato dalla plastica non viene affrontato in modo proattivo, il cambiamento climatico e i rischi ecologici potrebbero diventare una realtà, causando in futuro danni ambientali gravi e irreversibili», avverte l’autore principale della ricerca, Hiroshi Okochi dell’Università di Waseda. Esposte a radiazioni ultraviolette le microplastiche si degradano ulteriormente contribuendo a danni ancora poco noti alla nostra atmosfera.

«Dieci milioni di tonnellate di questi pezzi di plastica finiscono ogni anno nell’oceano e si diffondono nell’atmosfera. Ciò implica che le microplastiche potrebbero essere diventate una componente essenziale delle nuvole, contaminando quasi tutto ciò che mangiamo e beviamo attraverso una pioggia di plastica», ha affermato l’università annunciando i nuovi risultati della ricerca.

Per ora restano però ancora molte incognite sia sul trasporto aereo e la diffusione delle microplastiche all’interno delle nuvole, sia sui futuri impatti sulla salute umana e gli ecosistemi anche se alcune ricerche affermano già che questi frammenti di polimeri potrebbero essere nocivi per la salute dell’uomo causando malattie che vanno da problemi cardiovascolari sino ai tumori.

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