Ambiente

Turismo: le Comunità Marine chiedono il riconoscimento

Sono piccoli borghi ma anche città di medie dimensioni che ogni anno ospitano milioni di visitatori. Auspicano l’arrivo di risorse, fondi e norme necessarie a gestire il grande afflusso di turisti
Credit: Michael Kroul
Tempo di lettura 3 min lettura
10 agosto 2023 Aggiornato alle 18:00

Le Repubbliche Marinare hanno fatto la storia dell’Italia, navigando mari lontani e commerciando con terre remote. Oggi invece, una nuova forma di unione sa emergendo: sono le Comunità Marine.

Guidate da Roberta Nesto, sindaca di Cavallino Treporti, oasi naturale che si trova tra la laguna veneta, il mar Adriatico e il fiume Sile, sono un insieme di 20 località costiere tra le più belle del Paese. E quello che Nesto chiede è il riconoscimento dello Stato, con risorse, fondi e norme specifiche.

Quello che queste comunità si trovano ad affrontare è definito “effetto fisarmonica”. Come spiega Nesto, queste località passano da essere piccoli borghi di inverno fino a diventare «città medie d’estate con almeno un milione di turisti a testa. Faccio un esempio: Cavallino Treporti conta 13.500 residenti. In alta stagione siamo sei milioni. Come facciamo a essere trattati come un piccolo paese tutto l’anno?».

La sindaca di Nesto e il fronte comune della Comunità Marine chiedono dunque il riconoscimento ufficiale da parte dello Stato, riconoscimento che permetterebbe loro di ottenere, risorse, fondi e norme necessarie a gestire il grande afflusso di turisti.

In generale, le richieste avanzate includono cambiamento nei parametri per l’assunzione di dipendenti comunali, che attualmente non riescono a permettersi, la creazione di bandi su misura per le loro esigenze e investimenti che possano garantire sicurezza e cura del patrimonio naturale e culturale.

Un’altra importante richiesta riguarda l’uso della tassa di soggiorno: «Almeno il 50% dev’essere a uso libero e non legato a soli progetti turistici. a esempio – prosegue Nesto – per investirlo nella manutenzione delle strade: servono ai residenti ma anche ai turisti. Se le vie sono piene di buche, che immagine diamo?».

La principale sfida culturale, dunque, è quella di ottenere il riconoscimento della rilevanza turistica di queste località che, nonostante il loro ruolo nell’attrazione del turismo, spesso si trovano a competere con altri progetti finanziari per ottenere finanziamenti adeguati. Sarebbe fondamentale, in questo senso, che il Governo e le istituzioni prendano coscienza dell’importanza economica e sociale delle Comunità Marine e supportino i loro sforzi di sviluppo sostenibile.

In altri termini, la crescita turistica della Comunità Marine non è solo una questione stagionale, ma un impegno costante che richiede investimenti a lungo termine: nuove risorse e un uso strategico di quelle disponibili sono fondamentali per garantire uno sviluppo sostenibile ed equilibrato.

Dunque sembra arrivato il momento di valorizzare il ruolo di queste Comunità: solo con un approccio integrato e sostenibile è possibile preservare e promuovere il patrimonio dell’Italia per le generazioni future.

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