Diritti

Bonus psicologico: una goccia importante in un mare di problemi

Approvato dal governo, questo strumento forse non garantirà un sostegno a tutti. Ma potrà aiutare a demolire i pregiudizi sui disagi mentali. Accendendo un faro su una sofferenza diffusa e spesso trascurata
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19 febbraio 2022 Aggiornato alle 08:00

Con un emendamento del decreto Milleproroghe, il governo ha approvato il cosiddetto Bonus psicologico, già precedentemente bocciato, con uno stanziamento di venti milioni di euro per il 2022.

Come funziona? Per i cittadini con un Isee inferiore a 50.000 euro è previsto un rimborso fino a 600 euro, per sostenere le spese di un percorso psicologico. È chiaro che le psicoterapie sono, in verità, molto più lunghe e costose, ma per la prima volta si riconosce la necessità e l’urgenza di intervenire sulla salute mentale e non sono sulla salute fisica.

È difficile da comprendere come ancora oggi in Italia non esista un servizio di psicologia esteso, diffuso e capillare, che affianchi la medicina di ogni ordine e grado, quando le evidenze scientifiche ci dicono che l’intercettazione precoce di un disagio iniziale può evitare la patologia mentale conclamata, che devasta la persona e sconquassa la famiglia.

È una questione di risorse, certo, come per ogni cosa nella sanità, ma in questo caso è soprattutto culturale, quella che ha impedito in questi anni di strutturare dei servizi diffusi, dedicati alla salute mentale (che sono stati invece impoveriti progressivamente), che possano intervenire nel caso della patologia radicata, ma soprattutto nella costruzione di una rete nel territorio di primo intervento psicologico rivolta ai giovani, ai bambini, agli adulti, a chi insomma percorre una strada di disagio mentale iniziale, ma che costituisce spesso un campanello d’allarme di una patologia grave.

È una strada purtroppo percorsa da milioni di persone in Italia, con un allargamento imponente negli ultimi due anni, a seguito della pandemia.

Sono aumentate in verità tutte le patologie mentali, depressioni, disturbi alimentari, autolesionismo negli adolescenti, disturbi del tono dell’umore, una sofferenza diffusa e spesso trascurata. Probabilmente questo decreto, una goccia nel mare, oltre che portare all’attenzione generale l’importanza di dedicare risorse alla sofferenza psichica, avrà sicuramente l’effetto di ridurre anche lo stigma, che circonda purtroppo questi problemi. Ci si vergogna ancora molto di chiedere aiuto, di esporre il proprio disagio, ed è vero che esiste ancora un corteo infinito di pregiudizi, rispetto a chi soffre di patologie psichiche.

Nonostante l’Italia sia stata uno dei Paesi all’avanguardia nella riforma psichiatrica negli anni ‘70, oggi ci sono ancora muri invisibili, ma insormontabili, che spesso circondano coloro che soffrono di patologie psichiche e le loro famiglie.

Forse questo decreto non darà a tutti la possibilità di un sostegno psicologico, ma facciamo in modo che serva a fare crollare alcuni di questi ostacoli.