Ambiente

Fifa, hai fatto sportwashing in Qatar?

Accolto il ricorso di 5 Paesi europei contro la Federazione di calcio: non ha fornito prove credibili su come compensare le emissioni inquinanti ai Mondiali del 2022
Credit: Sven Hoppe/dpa
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13 giugno 2023 Aggiornato alle 10:00

Non bastavano gli scandali del Qatargate arrivati dentro al cuore dell’Europa. Passate pure sotto silenzio le denunce di sfruttamento del lavoro e di 6.500 morti nei cantieri da parte di Human Right Watch. Ora il Paese che ha ospitato i Mondiali 2022 è di nuovo al centro delle polemiche per un eclatante caso di sportwashing.

Sotto la lente della Commissione svizzera per la lealtà SLK (organismo elvetico di autocontrollo pubblicitario) è finita la Fifa, la Federazione internazionale di calcio con sede a Zurigo, che non avrebbe fornito prove credibili di come la Coppa del Mondo in Qatar possa aver compensato le emissioni prodotte dal gigantesco evento, pubblicizzato come “completamente neutrale” dal punto di vista climatico. Il primo davvero sostenibile.

Secondo la SLK, la Fifa avrebbe ingannato i consumatori perché la stima dell’inquinamento prodotto da viaggi, alloggi, cibo e bevande per i possessori di biglietti, (3,63 milioni di tonnellate di CO₂) non poteva essere verificata.

La commissione ha accolto i reclami delle associazioni di 5 Paesi europei (Regno Unito, Francia, Svizzera, Belgio e Paesi Bassi) e dopo un processo complesso si è così pronunciata: “Devono essere applicati standard rigorosi per dimostrare l’accuratezza delle affermazioni ambientali”.

La SKL ha spiegato che la promozione di una Coppa del mondo 2022 “neutrale” poteva essere fatta solo se l’organismo poteva pienamente comprovare il calcolo di tutte le emissioni del torneo e fornire la prova che fossero state completamente compensate. Cosa non avvenuta: secondo le analisi del gruppo indipendente no-profit Carbon Market Watch, la Fifa ha compensato meno della metà di quanto necessario per sostenere di essere carbon neutral.

Anche se non giuridicamente vincolante, la pronuncia ha un grande valore perché prende una netta posizione contro le pratiche di greenwashing, soprattutto quando coinvolgono eventi mondiali di questa portata. Per la Fifa i consumatori non sono stati in alcun modo fuorviati dalle affermazioni contestate e la federazione ha compiuto notevoli sforzi per combattere gli effetti negativi di tale torneo e per massimizzarne gli effetti positivi”.

Intervistato dal Finacial Times, Andrew Simms, direttore del New Weather Institute che ha presentato la denuncia britannica contro la Fifa, ha dichiarato: «Lo sport continua a essere usato come un gigantesco cartellone pubblicitario da alcuni dei maggiori responsabili del clima per promuovere prodotti e stili di vita inquinanti, minacciando il futuro degli atleti, dei tifosi e dello sport stesso».

I mondiali di calcio in Qatar hanno prodotto la quantità annua di emissioni di Paesi come l’Islanda e circa 1,4 milioni di tonnellate in più rispetto ai 2,2 milioni totali stimati dalla Fifa per i mondiali in Russia nel 2018.

Per ospitare la Coppa nel 2022, nel Paese arabo sono stati costruiti 6 stadi nuovi e uno temporaneo, lo stadio 974, con pareti esterne costituite da container navali che possono essere completamente smontate e riassemblate altrove. Secondo Carbon Market Watch, l’impatto non sarebbe stato di 206.000 tonnellate di CO2 equivalente, come indicato dalla Fifa, ma di 1,6 milioni di tonnellate. Otto volte di più.

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