Ambiente

7 modi per salvare l’Amazzonia

Il polmone verde della Terra è sempre più a rischio: bisogna unire le forze per fermare la sua scomparsa. Da dove iniziare?
Credit: UESLEI MARCELINO/REUTERS
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7 giugno 2023 Aggiornato alle 11:00

Negli ultimi anni la foresta amazzonica è diventata uno dei punti di non ritorno” climatici che ha conosciuto un peggioramento, con rischi enormi: «Vale la pena ricordare a noi stessi che se si arriva a quel punto critico e se ci impegniamo a perdere la foresta pluviale amazzonica, otteniamo un contraccolpo significativo sul cambiamento climatico globale» ha dichiarato Timothy Lenton, ricercatore della University of Exeter.

Ma, anche con questa consapevolezza, non si è ancora riusciti a fermare definitivamente la distruzione dell’Amazzonia, nonostante i tentativi di alcuni Governi brasiliani: «Il primo Governo di Lula era quello che ci era andato più vicino. Con Marina Silva come ministro dell’Ambiente, aveva messo in atto politiche che avevano portato a una riduzione di oltre l’80% della deforestazione. Da allora, però, i Governi successivi hanno solo peggiorato le cose, culminando nella catastrofica amministrazione di Jair Bolsonaro, quando la deforestazione è aumentata del 60% in soli 4 anni. Trovare soluzioni è ora più urgente che mai», ha affermato il giornalista britannico Jonathan Watts, che ha sintetizzato 7 possibili percorsi per fermare il degrado della foresta pluviale.

1. Si può iniziare dalla costruzione di un rapporto più forte con le comunità indigene che nel corso dei secoli hanno preservato in maniera armonica la natura. La nuova amministrazione del presidente Lula ha creato per la prima volta il ministero dei Popoli Indigeni, una mossa importante che aiuterà a contrastare la deforestazione causata dai grandi gruppi minerari, industriali e agricoli.

2. Il secondo step prevede una drastica riforma dell’uso dei territori pluviali, sotto la guida della ministra dell’Ambiente Marina Silva. Il The Amazon Environmental Research Institute stima che circa 30 milioni di ettari potrebbero essere salvati con un’agricoltura sostenibile fatta da piccoli produttori. Questa idea si potrebbe integrare con la proposta del Science Panel for the Amazon, che ha proposto soluzioni per rigenerare i terreni disboscati e sfruttati da troppo tempo.

3. La terza soluzione si basa sul coinvolgimento delle Nazioni più ricche della Terra, che per lungo tempo hanno beneficiato dei prodotti dell’Amazzonia. Senza i numerosi fondi dei Paesi avanzati sarà impossibile per il Brasile, in via di sviluppo con decine di milioni di persone povere, fermare completamente lo sfruttamento della foresta. Lo scorso dicembre, a COP15 dedicata alla biodiversità, la Nazioni sviluppate hanno promesso circa 25 miliardi di dollari annuali per la tutela degli ecosistemi a partire dal 2025.

4. Il quarto step prevede una trasformazione del settore agricolo-industriale legato alla carne, che è responsabile dell’80% della deforestazione in corso. «È possibile aumentare la produzione di carne bovina e ridurre la deforestazione. Si può fare. La tecnologia esiste. Possiamo migliorare gli animali geneticamente. Si tratta di andare in scala. Puoi nutrire il mondo per sempre usando sempre meno terra», ha sottolineato il climatologo brasiliano Carlos Nobre.

5. 6. Il quinto e sesto step prevedono una rivoluzione intelligente dell’uso delle infrastrutture stradali, l’utilizzo delle tecnologia satellitare per rilevare il consumo della foresta amazzonica e la creazione di una bio-economia che abbandoni le logiche estrattive del tardo neoliberismo capitalista.

7. Infine, l’ultima soluzione richiede un cambio netto del paradigma politico, considerando per la prima volta la tutela dell’Amazzonia come materia di sicurezza nazionale.

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