Ambiente

Che Casino in Amazzonia

Le associazioni brasiliane potrebbero raggiungere una mediazione con la catena di supermercati francese accusata di vendere carne bovina legata alla deforestazione
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
13 giugno 2022 Aggiornato alle 21:00

Il 9 giugno un giudice francese ha proposto una mediazione nella controversia tra la multinazionale francese Casino e i gruppi autoctoni brasiliani relativamente ai legami della catena di supermercati con la deforestazione e l’accaparramento di terra (land grabbing) in Amazzonia.

La causa era stata intentata il 3 marzo di quest’anno dalle associazioni locali sostenute da una coalizione di Ong francesi e statunitensi, che hanno chiesto un risarcimento di circa 3,1 milioni di euro per le comunità brasiliane oltre che 10 mila euro di danni morali per ciascuna associazione.

Ad essere coinvolte, le due filiali Grupo Pão de Açucar (Gpa, il più grande rivenditore di prodotti alimentari del Brasile) e il Grupo èxito, che insieme rappresentano il 47% delle entrate annuali di Casino.

Nel mirino, la carne acquistata dal Gruppo presso tre macelli di proprietà del colosso brasiliano JBS, leader mondiale nella produzione della carne e già al centro di numerose controversie, con 592 fornitori ritenuti responsabili di 50.000 ettari di deforestazione tra il 2008 e il 2020. Un’area grande cinque volte Parigi.

Per la prima volta una catena di grande distribuzione francese viene citata in tribunale ai sensi della legge del 2017 “Devoir de Vigilance”, che impone alle aziende con oltre 5.000 dipendenti di rispettare gli standard di gestione in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti umani adottati nel 2011.

«Quello che vogliamo è che Casino smetta di acquistare da aziende rifornite dalle cooperative che hanno invaso le terre indigene e sono implicate nella deforestazione», ha dichiarato all’agenzia Reuters l’avvocato Sebastien Mabilem, che ha consigliato alle comunità native di accettare la proposta di mediazione. «Abbiamo una situazione che sta peggiorando ogni giorno, quindi diamo una possibilità alla discussione», ha aggiunto.

I rappresentanti della controparte sperano che la mediazione possa superare un’azione legale che definiscono «controproducente». Il rivenditore francese è «senza dubbio tra le aziende più avanzate del settore nella lotta alla deforestazione», hanno dichiarato gli avvocati di Casino Sebastien Schapira e Thomas Rouhette.

I popoli nativi, però, la pensano in modo diverso. «La rete del gruppo Casino supporta l’agricoltura intensiva che devasta le foreste, impoverisce i terreni e distrugge le strutture sociali delle popolazioni forestali», ha affermato Crisanto Rudzo, presidente della Federazione dei popoli indigeni e organizzazioni del Mato Grosso (Fepoimt).

L’allevamento dei bovini è una delle cause principali della deforestazione in Amazzonia. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (Inpe), dall’1 al 29 aprile sono scomparsi oltre 1.000 chilometri quadrati di foresta, circa il doppio rispetto ad aprile 2021. Nel primo quadrimestre del 2022 si è registrato un aumento complessivo del 69% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

«La causa di questo record ha un nome e un cognome: Jair Messias Bolsonaro», ha affermato Marcio Astrini, segretario dell’Osservatorio sul clima brasiliano. Secondo un rapporto pubblicato a gennaio da Greenpeace, da quando il Presidente del Brasile è entrato in carica nel 2019 la deforestazione in Amazzonia è aumentata del 75,6%.

Gli scienziati stimano che la riserva naturale potrebbe essere vicina al punto di non ritorno.

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