Futuro

L’interno della Terra è circondato da un antico fondale oceanico?

I dati sismici raccolti in Antartide hanno rilevato uno strato tra il nucleo esterno e il mantello inferiore. La scoperta può fornire «connessioni tra la struttura superficiale e profonda e i processi che guidano il Pianeta»
Credit: iStock
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
13 aprile 2023 Aggiornato alle 16:20

Che il nucleo della Terra sia ricco di sorprese non è una novità. Uno studio pubblicato a febbraio sulla rivista Nature Communications aveva individuato la presenza di un ulteriore nucleo nel nucleo: una sfera distinta e compatta al centro del Pianeta composta da una lega di ferro e nichel spessa circa 650 km.

Ora i dati raccolti in 3 anni da 15 stazioni sismiche sepolte in Antartide hanno rilevato uno strato «denso ma sottile» tra il nucleo esterno e il mantello inferiore terrestre che potrebbe essere un antico fondale oceanico.

I risultati della ricerca, condotta da un team di studiosi della University of Alabama, della Arizona State University e della University of Leeds, nel Regno Unito, sono stati resi noti sulla rivista Science Advances.

«Le indagini sismiche forniscono l’imaging a più alta risoluzione della struttura interna del nostro Pianeta, e stiamo scoprendo che questa struttura è molto più complicata di quanto si pensasse una volta - ha dichiarato Samantha Hansen, docente di scienze geologiche della University of Alabama e autrice principale dello studio - La nostra ricerca fornisce importanti connessioni tra la struttura superficiale e profonda della Terra e i processi complessivi che guidano il nostro Pianeta».

Credit: Edward Garnero and Mingming Li at Arizona State University

Il nucleo esterno, costituto principalmente da ferro liquido e lega di nichel, incontra il mantello roccioso a circa 2.000 miglia (oltre 3.200 km) sotto la superficie terrestre in una zona nota come discontinuità di Gutenberg (no, non il tipografo Johannes che inventò la stampa a caratteri mobili, ma Beno, il geofisico tedesco che per primo la individuò nel 1914).

Gli inglesi la chiamano core–mantle boundary (Cmb): viene considerata la discontinuità interna più brusca della Terra. Qui avvengono le interazioni che influenzano i processi del mantello e del nucleo, come quelli relativi al campo geomagnetico, lo scudo che ci protegge dal vento solare e in generale dalle radiazioni cosmiche provenienti dallo spazio esterno.

«Analizzando migliaia di registrazioni sismiche dall’Antartide, il nostro metodo di imaging ad alta definizione ha trovato sottili zone anomale di materiale nella Cmb ovunque abbiamo sondato - ha spiegato Edward Garnero dell’Arizona, coautore dell’articolo - Lo spessore del materiale varia da pochi a decine di chilometri. Ciò suggerisce che stiamo vedendo montagne al centro, in alcuni punti fino a 5 volte più alte del Monte Everest».

Queste “montagne” sotterranee possono svolgere un ruolo importante nel modo in cui il calore fuoriesce dal nucleo. Il materiale degli antichi fondali oceanici, sottolineano gli studiosi, può anche essere trascinato nei pennacchi del mantello, o punti caldi, che tornano in superficie attraverso le eruzioni vulcaniche.

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