Culture

David Bowie: Londra ospiterà l’archivio dell’icona pop

Costumi, manoscritti, strumenti: dal 2025, più di 80.000 oggetti appartenuti al Duca Bianco saranno esposti al David Bowie Centre for the Study of Performing Arts, del V&A Museum
Credit: yaconic.com 
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23 febbraio 2023 Aggiornato alle 19:00

Oltre 80.000 pezzi che compongono l’archivio di David Bowie sono stati donati al Victoria & Albert Museum della Gran Bretagna: è quanto annunciato da una delle principali agenzie di stampa del Regno Unito, l’Associated Press. Un archivio dal valore inestimabile, che contiene costumi, foto, lettere, strumenti musicali e non solo. Tutto questo, nel 2025 sarà esposto al David Bowie Centre for the Study of Performing Arts di Stratford, la nuova ala del V&A Museum.

«Le innovazioni radicali di Bowie nella musica, nel teatro, nel cinema, nella moda e nello stile continuano a influenzare il design e la cultura visiva e ispirano creativi come Janelle Monáe e Lady Gaga, Tilda Swinton e Raf Simons - commenta Tristram Hunt, direttore del V&A Museum - Bowie è stato uno dei più grandi musicisti e interpreti di tutti i tempi».

Alcuni degli oggetti che saranno esposti già facevano parte della mostra David Bowie Is, che tra il 2013 e il 2018 è stata portata in giro per il mondo. Tra questi, alcuni preziosissimi: la tuta multicolore Ziggy Stardust disegnata da Freddie Burretti, le creazioni di Kansai Yamamoto per il tour di Aladdin Sane del 1973 e il cappotto Union Jack disegnato da Bowie e Alexander McQueen per la copertina dell’album Earthling (1977).

Ma non solo. Tra i pezzi della collezione anche testi scritti a mano delle canzoni Fame, Heroes e Ashes to Ashes, oltre a un collage di fotogrammi da The Man Who Fell to Earth, migliaia di stampe, negativi, lucidi, diapositive e provini realizzati da fotografi come Terry O’Neill e Helmut Newton. Tra gli strumenti, invece, il sintetizzatore di Brian Eno per l’album Low e Heroes e uno stilofono utilizzato durante la registrazione di Space Oddity. Un po’ come se Bowie tornasse tra noi.

A fare la donazione al museo è stata la Blavatnik Family Foundation insieme al Warner Music Group, che hanno offerto al V&A Museum 10 milioni di sterline (poco più di 10,5 milioni di euro) per conservare ed esporre l’archivio dell’icona pop nella nuova sede.

Kate Bailey (Senior Curator and Producer, Theatre and Performance del museo), accoglie con entusiasmo la straordinaria collezione del cantante: «Bowie era poliedrico, aveva molteplici sfaccettature. È stato ispirato da tutti i generi e le discipline. Era un artista che lavorava davvero a 360 gradi: attingeva dalla letteratura, dalla storia, dall’arte, ma anche dai luoghi in cui era stato».

La carriera del musicista, all’anagrafe David Robert Jones, è stata un reinventarsi senza sosta, creando e abbandonando personaggi in un continuo viaggio attraverso stili musicali: dal folk-rock al glam, dal soul all’elettronica. Bowie, nato nel 1947, morì di cancro al fegato a New York nel 2016 all’età di 69 anni, 2 giorni dopo l’uscita del suo ultimo album, Blackstar.

A tenere vivo il suo ricordo, da aprile ci sarà anche il tour di Peter Murphy, che quest’anno interpreterà i più gradi successi del Duca Bianco, proprio a partire dalla trilogia di Berlino, che comprende 3 dei suoi più famosi album: Heroes, Low e Lodge.

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