Futuro

Suoni uno strumento? La tua mente ringrazia

Secondo i ricercatori della University of Edinburgh questa capacità, coltivata fin da bambini, è associata a piccoli ma rilevabili benefici cognitivi nel corso della vita. Anche durante la vecchiaia
Credit: ANTONI SHKRABA/pexels
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1 settembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Suonare uno strumento musicale in gioventù potrebbe migliorare le capacità di pensiero in età avanzata. Lo rivela uno studio della University of Edinburgh, in Scozia, e pubblicato sulla rivista mensile Psychological Science, giornale di punta dell’Associazione per le scienze psicologiche che promuove la realizzazione di studi e di ricerche cliniche nel campo delle Scienze Psicologiche.

Il team ha verificato se la capacità di suonare uno strumento musicale fosse associata a qualche progresso nella capacità cognitiva nel corso della vita, conducendo test d’intelligenza a 11 e a 70 anni di età. I ricercatori Judith Okely, Katie Overy e Ian Caro hanno scoperto che le persone con più esperienza con gli strumenti musicali hanno mostrato migliori capacità cognitive nel corso della vita rispetto a quelle con poca o nessuna esperienza. Dei 366 che hanno partecipato allo studio, 117 hanno riferito di aver suonato uno strumento musicale durante l’infanzia e l’adolescenza.

Le persone coinvolte nello studio fanno parte della “Lothian Birth Cohort 1936”, un gruppo di individui classe 1936 di Edimburgo e della contea scozzese di Lothian che hanno preso parte allo Scottish Mental Survey del 1947: si tratta di un’indagine condotta dallo Scottish Council for Research in Education che mirava a testare l’intelligenza di tutti i bambini nati in un determinato anno. I loro risultati erano registrati in archivio, cosa che ha permesso un confronto diretto tra le prestazioni di allora e quelle attuali.

All’età di 70 anni i partecipanti, come era successo quando ne avevano 11, sono stati sottoposti a prove su una serie di funzioni fisiche e mentali, tra cui la ripetizione del test di abilità cognitiva del 1947, in cui figuravano domande che richiedevano ragionamento verbale e analisi numerica. E poi sono stati interrogati sulle loro esperienze musicali: la maggior parte, da bambini, suonava il pianoforte, seguito da fisarmonica, cornamusa, chitarra e violino.

I risultati hanno dimostrato che suonare uno strumento è associato a piccoli ma rilevabili benefici cognitivi nel corso della vita, anche tenendo conto dello status socioeconomico, degli anni di istruzione, delle capacità cognitive infantili e della salute in età avanzata: i ricercatori hanno sottolineato che “l’associazione tra l’esperienza di suonare uno strumento musicale e il cambiamento positivo nelle capacità cognitive generali potrebbe, almeno in parte, rappresentare un effetto causale”.

Il professor Ian Deary, ex direttore del Center for Cognitive Aging and Cognitive Epidemiology di Edimburgo, ha spiegato al Guardian che «l’associazione che abbiamo riscontrato tra gli strumenti e il miglioramento cognitivo nel corso della vita era piccola e non possiamo dimostrare che il primo ha causato il secondo. Tuttavia, poiché cerchiamo i molti piccoli effetti che potrebbero contribuire a far invecchiare il cervello di alcune persone in modo più sano di altri, vale la pena dare seguito a questi risultati».

La ricercatrice Katie Overy, docente senior presso la Reid School of Music di Edimburgo, ha dichiarato che «la musica ha molto da offrire come attività divertente e sociale, ed è entusiasmante scoprire che imparare a suonare uno strumento musicale può anche contribuire a un invecchiamento cognitivo sano».

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