Economia

Rincari energia: in crisi anche la mobilità elettrica

Ricaricare la propria vettura full electric costa il 161% in più rispetto al 2021. Tuttavia, il settore copre circa il 40% della produzione
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Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
26 ottobre 2022 Aggiornato alle 12:30

Oggi caricare la propria auto elettrica costa il 161% in più rispetto all’anno scorso. Il dato emerge da un’analisi condotta da Facile.it, che ha esaminato i consumi di alcuni modelli elettrici messi a confronto con veicoli simili alimentati a benzina e diesel.

L’indagine ha preso in esame 3 modelli di auto nelle versioni full electric, diesel e benzina, prendendo come riferimento i consumi dichiarati dalle case automobilistiche e i prezzi di energia e carburante.

Per quanto riguarda la prima categoria, è stato considerato il costo di una ricarica casalinga usando come valore di riferimento i prezzi in vigore nel mercato tutelato a ottobre 2021 e nello stesso mese del 2022, mentre per benzina e diesel sono stati considerati i valori medi del prezzo alla colonnina rilevati a settembre 2021 e nell’ultima settimana di settembre 2022.

«Il rincaro dei costi energetici rischia di danneggiare anche la mobilità elettrica. 12 mesi fa, per tutte le simulazioni realizzate, l’auto elettrica era nettamente la più economica dal punto di vista dei costi di carburante con una spesa che, a seconda del modello, era inferiore tra il 50% e il 70% rispetto alle versioni a benzina e diesel - hanno spiegato gli esperti di Facile.it. - A causa degli aumenti del prezzo dell’energia, invece, oggi non solo non è più così, ma addirittura, in alcuni casi, per rifornire un’auto elettrica si spende di più rispetto a una vettura tradizionale. E se anziché ricaricare dalla presa di casa ci si volesse attaccare a una colonnina su strada, i prezzi sarebbero ancora più elevati».

Infatti, per chi possiede per esempio un’utilitaria, segmento B, ipotizzando un tragitto di 1.000 km il rifornimento diesel risulta di gran lunga il più economico: sono sufficienti 71 euro, contro gli 83 per la benzina e gli 85 dell’elettricità.

Anche per macchine come berline, segmento C, la versione che costa meno in termini di rifornimento è quella diesel. Per percorrere la stessa distanza della prima simulazione, spende 77 euro con il diesel, mentre con l’auto elettrica occorrono 80 euro. Il fanalino di coda in questo caso è il modello a benzina, che richiede 88 euro.

Nel caso delle berline medio-grandi, segmento D, l’elettrico risulta il più conveniente: per percorrere 1000 km occorrono 99 euro a fronte dei 108 del diesel e dei 124 del carburante.

Nonostante l’impatto dei rincari sulla mobilità elettrica, il mondo dell’automotive guarda al futuro e la filiera si concentra per il 37,6% sui motori elettrici o ibridi e per il 20,6% sulle fuel cells (pila a combustibile)

Il dato negativo, però, è che il 70% delle imprese lavora ancora su motori a benzina e diesel. L’interesse per l’elettrico cresce ma a un ritmo piuttosto lento: nell’ultimo triennio il settore è cresciuto di poco più di 2 punti percentuali, dal 27,1% al 29,4%. Nel 2021, il 67% delle aziende ha investito in Ricerca e Sviluppo, in progressivo calo rispetto agli anni precedenti: non è abbastanza. Il tempo è poco e entro il 2035 l’Unione Europea metterà al bando i motori diesel e a benzina.

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