Ambiente

Stop UE alle auto diesel e benzina

Dall’Europarlamento è arrivato il via libera per il 2035, ma la decisione divide la politica italiana. Per gli ambientalisti è invece un importante primo passo
Credit: Mercedes
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9 giugno 2022 Aggiornato alle 15:18

L’idea di dire basta alla vendita di auto nuove a benzina e diesel dal 2035 prende sempre più piede in Europa. La plenaria dell’Europarlamento ha infatti avallato la proposta della Commissione europea dello stop al commercio di veicoli inquinanti, nell’ambito del pacchetto noto come Fit for 55 e dedicato al taglio delle emissioni.

Nel testo approvato, gli eurodeputati sostengono la proposta della Commissione di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035. L’emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva invece una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% (anziché del 100%), non è stato approvato.

Il via libera alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 è arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. Una volta adottato il mandato per negoziare con gli esecutivi europei, il prossimo step sarà il negoziato con i vari governi Ue.

Allo stesso tempo è stato anche approvato un emendamento bipartisan (sostenuto da diversi eurodeputati italiani) che in sostanza vuole concedere una deroga al 2036 ad alcune case automobilistiche che producono meno auto (da 1000 a 10 mila mezzi l’anno) come Ferrari o Lamborghini, e furgoni (da 1000 a 22 mila). Un tentativo di salvare la motor valley emiliana.

Le decisioni europee sullo stop alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035 è stata definita da Matteo Salvini come «una follia assoluta. Un regalo alla Cina, un disastro per milioni di lavoratori italiani ed europei».

«Sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico - ha invece spiegato il direttore dell’Anfia Gianmarco Giorda, sostenendo che - l’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche».

Per il viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, «l’Europa ha bocciato la proposta di ridurre il divieto dal 100% al 90%. È difficile immaginare come sarà il 2035. Continuo a non immaginare il Gran Premio di Monza senza il rombo del motore delle auto in pista».

«Bisognava ridurre le emissioni in modo graduale tenendo conto della realtà che stiamo vivendo: il mercato è in forte calo, continua a svilupparsi la ricerca per motori endotermici sempre meno inquinanti e sono necessarie misure sociali per tutelare i lavoratori interessati alla transizione», ha aggiunto.

Al contrario, molte associazioni ambientaliste, come Legambiente, plaudono alla mossa arrivata dall’Europa. Per il presidente del Cigno Verde Stefano Ciafani «Il via libera allo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 rappresenta un’ottima notizia e un primo passo importante anche in nome del green new deal. Finalmente si va nella giusta direzione per accelerare la transizione ecologica anche nel comparto auto».

«Ora la palla passerà al Consiglio Europeo, per questo lanciamo un appello al Governo italiano affinché, all’interno del Consiglio, sostenga la posizione dell’Europarlamento - ha continuato Ciafani - Abbiamo bisogno di città a zero emissioni che abbiano il coraggio di puntare davvero su una mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, pubblica e condivisa, rendendo allo stesso tempo le aree urbane più vivibili e sicure e meno inquinate. Non si perda questa importante occasione».

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