Futuro

Perché dovremmo investire sulla “Age-Tech”

Non facciamo più figli e invecchiamo sempre di più, dimenticando l’importanza della tecnologia anche per convivere con la vecchiaia: servono nuove soluzioni
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9 gennaio 2022 Aggiornato alle 14:00

A causa della pandemia negli ultimi due anni molti di noi hanno avuto la possibilità di interagire con i parenti anziani solo attraverso uno schermo, e più di ogni altra cosa l’emergenza sanitaria ha messo in luce le vulnerabilità delle persone anziane. Ma senza fare troppo caso alla loro “educazione tecnologica”. I più digitali hanno sfruttato le loro competenze per chiamare o videochiamare familiari o amici, per informarsi, guardare film e leggere libri. La maggior parte è rimasta sola. In Italia non è infatti ancora radicata una cultura digitale che coinvolga tutte le fasce di età, tantomeno iniziative in grado di colmare la lacuna digitale della popolazione anziana.

Secondo i risultati del DESI 2021, l’indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società, pubblicati annualmente dalla Commissione Europea, solo il 42% delle persone fra i 16 e i 74 ha competenze digitali almeno di base, e solo il 3,6% degli occupati è specialista tecnologico. Siamo 20esimi fra i 27 Stati membri nel complesso degli indicatori (competenze digitali/capitale umano, infrastrutture digitali, trasformazione digitale delle imprese, digitalizzazione dei servizi pubblici), 25esimi su capitale umano. I dati sembrano interconnessi con quanto stiamo invecchiando e quanti figli facciamo in meno: il recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che una persona su sei avrà 60 anni o più entro il 2030, mentre si prevede che il numero di persone di età pari o superiore a 80 anni triplicherà tra il 2020 e il 2050, raggiungendo i 426 milioni.

L’invecchiamento della popolazione potrebbe creare sempre più divari quando parliamo di assistenza domiciliare: i giganti tech hanno iniziato a sfruttare il potenziale della crescita demografica, creando nuovi servizi per piattaforme e hardware già esistenti. Una delle ultime idee di Amazon è proprio Alexa Together, una funzionalità che trasforma i dispositivi Alexa in strumenti per gli operatori sanitari per consentire agli utenti di chiamare aiuto con una linea di emergenza diretta, ma anche di rilevare una caduta. Tra le opzioni di Alexa Together, l’assistenza remota per aiutare a gestire le impostazioni del dispositivo e un feed delle attività in modo che i membri della famiglia possano vedere se l’anziano sia meno attivo del solito. Google, nel frattempo, ha iniziato a sperimentare un’interfaccia semplificata di Nest Hub Max, lo smart display che unisce le funzioni di videosorveglianza e quelle di multimedialità, per assistere i residenti delle case di riposo a sentirsi meno isolati e più sicuri.

Tra le nuove frontiere del digitale c’è infatti proprio la Age-tech, ossia la tecnologia a sostegno del benessere e dell’invecchiamento. Tra i Paesi che stanno investendo di più in questo settore, gli Stati Uniti, dove stanno nascendo diverse start-up mirate proprio a una popolazione anziana. Recentemente il programma di accelerazione delle startup senza scopo di lucro, AARP Innovation Lab, ha presentato diverse aziende che stanno sviluppando idee innovative nell’ambito della “Age-tech”. Tra queste, Zibrio, una bilancia che può essere utilizzata a casa per prevedere se chi ci sale è a rischio di caduta, e FallCall Solutions, che sviluppa app per Apple Watch e dispositivi simili, inclusi gioielli, per aiutare i familiari e gli operatori sanitari a controllare gli utenti anziani.

Nel Sud est asiatico, Homage, disponibile a Singapore e in Malesia, valuta i caregiver e li aiuta ad abbinarli ai pazienti grazie a un motore di ricerca che mette insieme caratteristiche personali e professionali dell’infermiere con il paziente e la famiglia. Nel Regno Unito, Birdie, il software dedicato alle cure domiciliari, sta realizzando strumenti per supportare gli operatori sanitari. L’obiettivo della start-up è offrire un’assistenza sempre più personalizzata in modo che gli anziani possano rimanere nelle loro case più a lungo man mano che invecchiano senza rinunciare a un servizio di cure a domicilio in continuo aggiornamento.

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