Diritti

Dl aiuti bis: cosa prevede

Nel testo, che con l’approvazione definitiva sbloccherebbe 17 miliardi di aiuti per famiglie e imprese, molte le novità anche sul tema lavoro: dallo smart working alle assunzioni nella Pubblica amministrazione
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI

Grazie all’intesa sul cosiddetto Superbonus è stato trovato l’accordo tra i partiti al Senato per il passaggio del Decreto aiuti bis. Il testo dovrà però tornare in terza lettura a Palazzo Madama il 20 settembre, causa la modifica alla Camera della norma sul tetto degli stipendi per alcuni dirigenti della Pubblica Amministrazione. Nella speranza che si possa arrivare all’approvazione definitiva: un passaggio finale che sbloccherebbe 17 miliardi di aiuti destinati dal governo a favore di famiglie e imprese.

Le modifiche presentate dal sottosegretario all’economia Federico Freni nella giornata di martedì hanno portato a un’approvazione in Senato senza voti contrari. Grazie al nuovo testo, la responsabilità solidale nella cessione dei crediti di bonus edilizi e Superbonus si configurerà solo in caso di dolo o colpa grave.

Ad opporsi alla stesura del testo per come era stato inizialmente concepito era stato soprattutto il Movimento 5 Stelle, che ha chiesto una modifica per agevolare le cessioni dei crediti alle banche e ottenuto che la responsabilità solidale non venisse considerata se non per i casi definiti nella versione conclusiva.

Dl aiuti bis, le novità in materia di lavoro

Il decreto legge prevede diverse novità anche in materia di lavoro, anzitutto per quel che riguarda lo smart working. Una misura che verrà prorogata fino alla fine dell’anno solare per i lavoratori fragili e i genitori di figli fino ai 14 anni. Una norma che era andata a scadenza lo scorso 31 luglio e che per ragioni di copertura economica non era ancora stata reinserita.

Restando alle norme che riguardano il lavoro, verranno stabilizzati dal 1° gennaio 2027 i lavoratori impiegati nella pubblica amministrazione il cui contratto è in scadenza nel 2026. Della misura beneficeranno i vincitori dell’ultimo concorso pubblico relativo alla Pa, parte dei quali sono stati assegnati al Ministero dell’Economia e delle Finanze. I restanti sono invece stati destinati alle amministrazioni centrali titolari degli interventi previsti nel Pnrr.

L’obiettivo è quello di valorizzare la professionalità acquisita negli anni precedenti. Il personale potrà essere confermato con la stessa qualifica ricevuta tramite il contratto a termine. Per definire le assunzioni bisognerà passare attraverso un colloquio di lavoro e una valutazione positiva del lavoro svolto. Verrà inoltre stabilito un numero di posti disponibili oltre il quale non verranno fatte ulteriori assunzioni.

Le modifiche su docente esperto, Copasir e pensioni

Il Decreto aiuti bis è stato modificato anche per quel che riguarda la figura del docente esperto. Non esisterà più, in compenso resteranno i fondi previsti e l’obbligo del superamento di un percorso formativo triennale. Il sistema di progressione di carriera verrà discusso in sede di contrattazione collettiva. «Solo in caso di valutazione individuale positiva è previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale, non inferiore al 10% e non superiore al 20% dello stipendio in corso, nei limiti delle risorse disponibili», specifica il testo. Chi supererà i tre percorsi formativi consecutivi avrà quindi diritto all’assegno annuale di 5.650 euro oltre allo stipendio, ma non più la qualifica di docente esperto.

Novità anche per quel che riguarda il Copasir provvisorio all’inizio di ogni nuova legislatura. Fino alla nomina dei nuovi componenti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, le funzioni saranno esercitate da un Comitato provvisorio di cui faranno parte i membri della precedente legislatura rieletti in una delle Camere. Il compito del nuovo organo terminerà venti giorni dopo il voto di fiducia al Governo.

Ulteriori modifiche riguarderanno i pignoramenti sulle pensioni. «Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro», prevede uno degli emendamenti approvati nella stesura finale del testo.

Stop alla deroga sul tetto degli stipendi per i vertici nel pubblico

Non ha invece passato l’esame di Montecitorio la deroga al tetto degli stipendi per alcuni dirigenti della pubblica amministrazione, fissato in 240.000 euro. Le figure a cui era destinato il provvedimento erano in particolar modo il capo della Polizia; il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri; il comandante generale della Guardia di finanza; il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap); il capo di stato maggiore della Difesa; i capi di stato maggiore di Forza armata; il comandante del comando operativo di Vertice interforze; il comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto; i capi dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri; il segretario generale della residenza del Consiglio dei ministri e i segretari generali dei ministeri.

Una norma giudicata inopportuna anzitutto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un periodo caratterizzato da un forte aumento dei costi dovuti alla guerra in Ucraina e alla conseguente crisi energetica.

Le misure contro i rincari

Il Decreto aiuti bis, però, contiene soprattutto una serie di misure per famiglie e imprese per le quali già era stato trovato ampio riscontro in Parlamento e che sono rimaste bloccate per l’impasse verificatasi sugli altri punti. È stato a esempio prorogato fino alla fine dell’anno il bonus sociale per contrastare la crisi energetica, con tariffe agevolate per le famiglie in difficoltà o con un reddito basso. Il tetto si è abbassato agli Isee da 12mila euro e sono state congelate le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura fino al prossimo maggio. In più sono stati azzerati gli oneri di sistema per il quarto trimestre e l’Iva al 5% sul gas.

Per quanto riguarda il rincaro su benzina e diesel i settori agricoltura, pesca e trasporti beneficeranno di un bonus carburanti e verrà prorogato lo sconto sulle accise fino al 5 ottobre. Inoltre sarà ampliata da 258 a 600 l’esenzione dei fringe benefit ai dipendenti, ovvero le forme di retribuzione non in denaro come l’uso di beni quali il cellulare o l’automobile. Nei 600 euro potranno entrare anche le somme versate dalle aziende per le utenze domestiche di acqua, luce e gas. In più verrà estesa l’indennità una tantum da 200 euro ai dipendenti che non ne hanno ancora beneficiato e saranno ritoccate le pensioni mensili qualora non dovessero superare i 2.692 euro complessivi, con una crescita momentanea di due punti percentuali dal 1° gennaio 2023. Il bonus trasporti è stato potenziato arrivando a 180 milioni di euro di fondi per l’acquisto di abbonamenti per i mezzi pubblici e altri 25 milioni in più sono stati destinati al bonus psicologo.

Infine sarà annullato il dimezzamento della sanzione per i versamenti del contributo straordinario del 25% sugli extraprofitti effettuati dalle imprese energetiche oltre i 90 giorni di ritardo. La sanzione verrà maggiorata del 60% per tutti i pagamenti effettuati in ritardo o non effettuati.

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