Ambiente

L’energia? Prendiamola dal mare!

Basterà un po’ d’acqua salata per attivare LightingSEA, dispositivo in grado di produrre tra i 5/6 volt di energia e alimentare lampadine LED o piccole batterie in litio
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2 agosto 2022 Aggiornato alle 13:00

Tempi di grandi crisi richiedono rivoluzioni altrettanto grandi. Il cambiamento climatico e l’emergenza energetica ci hanno messo alle strette ma, volendo ricercare un lato positivo senza peccare di eccessivo ottimismo, la storia ci insegna che è anche e soprattutto nelle avversità che la mente umana si spinge oltre, i creativi aguzzano l’ingegno mettendosi sull’attenti, pronti a cogliere gli elementi di novità. Ed è così, considerando l’impensabile, che un bicchiere d’acqua di mare può diventare una fonte green di ricarica e stoccaggio d’energia.

Mera speculazione per alcuni ma per Stanislao Montagna, ingegnere originario di Pozzuoli, si tratta di una realtà che ha progettato in prima persona. «Con mio nonno, da piccolo, costruivo trenini elettrici. Il suo saldatore, che tenevo per ricordo, ha saldato l’ultima giuntura del prototipo finale. L’interesse per la sostenibilità, invece, spero di trasmetterla con quello che faccio».

Il dispositivo già assemblato e pronto all’uso è LightingSEA, prodotto al quale Montagna lavora da circa due anni e che è in grado di produrre tra i 5 e i 6 volt di energia, alimentando lampadine LED o piccole batterie in litio (quelle degli smartphone, per esempio).

«Al momento disponiamo di due prodotti. Uno da immergere direttamente nell’acqua di mare e un altro, al quale è collegata una lampadina. Il secondo può essere utilizzato a casa: basterà immergerlo in un bicchiere d’acqua dolce e aggiungere un cucchiaio di sale» racconta Montagna, che ha da poco depositato il brevetto per LightingSEA.

Una ricarica pulita e continuativa: infatti con 200 millilitri d’acqua si ha energia per circa 100 ore. «L’elettrolisi è un concetto ben consolidato, ma nessuno l’aveva mai sfruttato per un voltaggio così basso. La vera rivoluzione? Il materiale che abbiamo usato come conduttore. Finora rame e zinco sono stati gli elettrodi che andavano per la maggiore, hanno il difetto però di erodersi velocemente» aggiunge, sostenendo di aver creato una batteria che con la minima manutenzione (ovvero, lavandola a ogni utilizzo) ha un potenziale d’uso pressoché infinito.

Il prodotto è ambizioso e, su vasta scala, potrebbe rendere più sostenibili gli ambiti in cui Montagna ne prevede il debutto: dal settore nautico e marittimo alla pubblica amministrazione, fino all’utilizzo casalingo, con lampade in bambù dal costo accessibile (circa 7 euro).

«Sulle navi, Lighting SEA potrebbe essere utile per l’illuminazione a bordo e la ricarica dei dispositivi mentre, in mare, si impiegherebbe per la segnalazione di boe e scogliere. A livello cittadino, invece, illuminare le aree urbane con i nostri dispositivi sarebbe sicuramente più rispettoso dell’ambiente».

Fare del bene al Pianeta attraverso l’innovazione si può, il team di LightingSEA ne è convinto: l’obiettivo finale, secondo Stanislao Montagna, è far arrivare la batteria immergibile a chi ne ha più bisogno, negli angoli del mondo in cui non c’è elettricità. Oggi è il mare di Pozzuoli, domani chissà.

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