Diritti

L’Australia restituisce la terra al popolo Darumbal

Dopo diversi secoli, il governo del Queensland ha riconosciuto 13 ettari di terreno agli aborigeni locali. Che nel 1800 furono massacrati dai coloni britannici
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26 aprile 2022 Aggiornato alle 11:00

Più di un secolo fa un gruppo di circa 300 persone venne cacciato dal fianco di una montagna del Queensland centrale e massacrato dai coloni europei ai piedi delle colline circostanti. Quel luogo, dopo così tanto tempo, è stato restituito ai suoi proprietari: il popolo Darumbal.

Il Dipartimento delle Risorse della regione ha restituito i 13 ettari di terra intorno alla cima un tempo nota come Mount Wheeler, oggi chiamata Gai-i, nel corso di una cerimonia a cui hanno partecipato molti dei discendenti delle vittime di quel massacro.

A rappresentarli, il Gawula Aboriginal Land Trust, che è anche l’amministratore fiduciario della riserva.

Come riporta il sito australiano Abc, “zia” Sally Vea Vea è una delle discendenti, e ha parlato di un «trauma tramandato di generazione in generazione. Abbiamo raccolto storie di persone le cui nonne e zie hanno visto queste atrocità e ora che abbiamo riavuto il luogo del massacro, c’è stato un assestamento dentro di me. So che abbiamo fatto qualcosa di buono per i nostri avi, che ancora vivono lì con lo spirito».

Alla fine del 1800, il capitano Frederick Wheeler e i suoi uomini inseguirono più di 300 uomini e donne di Darumbal che scapparono a Gai-i per salvarsi. Le truppe di Wheeler li radunarono e li buttarono giù dal lato di una cascata. Sono servite molte pressioni da parte dei gruppi locali per restituire la terra ai legittimi proprietari.

«Il cambio del nome della montagna da Mount Wheeler a Gai-i nel 2016 è stato un grande passo avanti per noi, perché il capitano Wheeler è stato il responsabile di queste uccisioni nel nostro Paese», ha detto Vea Vea. «I nomi originali erano stati gli stessi per 60.000 anni, ma negli ultimi 150 anni sono stati cambiati», ha aggiunto.

Il ministro delle risorse del Queensland, Scott Stewart, ha dichiarato che «il governo è orgoglioso di lavorare con le persone delle “First Nations” in tutto lo Stato per riconoscere formalmente il loro profondo legame con il Paese».

Stewart si riferisce a coloro che hanno un’eredità familiare legata ai gruppi etnici che vivevano in Australia prima della colonizzazione britannica. «Questo momento è una luce splendente in quella che è una storia profonda e oscura di espropriazione degli aborigeni e degli isolani dello Stretto di Torres in questo Stato», ha aggiunto il ministro.

Parte della zona appartenuta al popolo Darumbal era già stata restituita 15 anni fa, ma «abbiamo sempre voluto il luogo del massacro e non l’abbiamo ottenuto. Ci è stato riconosciuto nel 2007, quindi oggi ci stiamo effettivamente riprendendo ciò che il governo precedente ci aveva tolto», ha spiegato Vea Vea.

Alla cerimonia hanno partecipato anche Mike Kaiser, un rappresentante del Dipartimento delle Risorse, la deputata Keppel Brittany Lauga e il sindaco di Livingstone Shire Andy Ireland: «Gestiamo l’Aboriginal Land Act 1991 ed è in base a tale atto che abbiamo l’opportunità di rendere giustizia agli aborigeni restituendo la terra ai legittimi proprietari», ha spiegato Kaiser.

Insieme al Torres Strait Islander Land Act 1991, le leggi come l’Indigenous Land Acts sono state introdotte per trasferire la terra agli aborigeni, per consentire loro di gestire la terra secondo la loro tradizione o consuetudine. Finora sono stati trasferiti oltre 6,25 milioni di ettari di terreno.

Alle future generazioni spetta il compito di portare avanti queste battaglie, riconoscere le proprie origini e preservare le tradizioni del popolo Darumbal. Affinché la storia legata al monte Gai-i e alle popolazioni indigene del Canada, degli Stati Uniti e dell’Australia non vada dimenticata.

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