Economia

Lowercarbon: 350 milioni alle startup per la rimozione del carbonio

Dopo la cordata di Frontier, un altro fondo investe in un settore dell’industria green. Il fondatore Chris Sacca: «Abbiamo passato gli ultimi 50 anni a indugiare mentre ci rimpinzavamo al buffet petrolchimico “all you can eat”»
Chris Sacca, proprietario di Lowercarbon Capital
Chris Sacca, proprietario di Lowercarbon Capital Credit: Jamel Toppin via Forbes
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
19 aprile 2022 Aggiornato alle 19:00

La compagnia statunitense Lowercarbon Capital, una società di investimento per il clima fondata da Chris Sacca insieme alla moglie Crystal English Sacca, il 14 aprile ha annunciato che metterà a disposizione un fondo da 350 milioni di dollari per finanziare le startup che operano nell’ambito della rimozione del carbonio.

Fino a due anni fa, ha dichiarato Sacca in una nota ufficiale, «la quantità di denaro investita in tecnologie per la rimozione del carbonio può essere arrotondata per difetto a 0 dollari. Le poche aziende che hanno tentato la strada della rimozione per lo più hanno dato piccole dimostrazioni senza un percorso chiaro per la commercializzazione su larga scala».

Anche se non si è ancora sviluppato un mercato solido, Sacca sostiene che oggi le cose siano cambiate «non solo a parole». Questa settimana 5 grandi compagnie hanno lanciato Frontier, un fondo da 925 milioni di dollari con l’obiettivo di «accelerare lo sviluppo delle tecnologie finalizzate alla rimozione del carbonio garantendone la domanda futura» da qui al 2030.

La cordata è composta da Alphabet, la società madre di Google, insieme a Meta, la holding di Facebook, la società di consulenza McKinsey & Company e le piattaforme di e-commerce Shopify e Stripe, una delle società ad aver investito nello stesso fondo di Lowercarbon.

«Aggiungete a questo gli impegni di Microsoft e Airbus e una lista crescente di mercati in tutto il mondo per la rimozione del carbonio. È un gruppo piuttosto nutrito», ha commentato Sacca, secondo cui «la situazione è grave e peggiorerà ancora prima di migliorare».

Anche sui risultati Sacca si dichiara ottimista: «Possiamo, e lo faremo, azzerare nuove emissioni anche in settori come l’acciaio e i fertilizzanti, che sono notoriamente difficili da decarbonizzare. I nostri attuali investitori ci permettono di essere fiduciosi».

Ma avverte: «Ci vorrà tempo. Purtroppo abbiamo passato gran parte degli ultimi 50 anni a indugiare mentre ci rimpinzavamo al buffet petrolchimico “all you can eat”».

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